Chiesa di San Martino di Ancognano
(Comune di Sasso Marconi)
Ambito culturale (ruolo)
Maestranze emiliane (costruzione)
Notizie Storiche
1300 - 1401 (origini carattere generale)
Della piccola comunità di Ancognano si hanno notizie a partire dal 1223 anche se l’omonima chiesa, titolata a S. Martino, compare per la prima volta nelle Decime del 1300.
Si può tuttavia supporre che essa abbia origini più remote in quanto già nel 1323 il suo territorio ospitava un luogo fortificato, tenuto dai fratelli Ramberto, Delfino e Bonzannido dei Vizzani, che il Ghirardacci definisce Fortezza Casa del Poggio.
La presenza di questa roccaforte, poi distrutta nel 1401, induce a pensare che già da tempo sorgesse in questo luogo, oltre al castello, anche una chiesa dal momento che in età feudale il potere signorile difficilmente era disgiunto da quello religioso.
1690 (preesistenze carattere generale)
Da un manoscritto di don Cesare Andrea Montebugnoli (parroco di S. Ansano dal 1686 al 1729), datato 1690, si apprende che la chiesa di S. Martino di Ancognano, distante poco più di mezzo miglio dalla Pieve del Pino, era dotata di due altari, un organo e due campanelle.
La parrocchia, di cui facevano parte circa 80 anime, era retta da Don Pietro Marie Steffanelli da Valdesambri, di circa 42 anni, e forniva una rendita annua di circa 600 lire.
1743 - XIX (rifacimento intero bene)
La chiesa di S. Martino venne completamente riedificata nel 1743 e nel 1765, per volontà dell’allora parroco don Lorenzini, fu aggiunto il campanile. Con ogni probabilità alcune modifiche vennero apportate anche nel corso del XIX secolo.
1750 (giurisdizione carattere generale)
La parrocchia, da sempre soggetta alla Pieve del Pino, contava, a metà del ‘700, 120 anime ed era legata alla nobile famiglia dei Cattanei di Vizzano.
Non aveva giuspadrone per cui il parroco era di nomina del Vescovo direttamente.
1851 (giurisdizione intero bene)
Dai volumi scritti e illustrati dal Corty si apprende che la chiesa era sufficientemente ampia per accogliere i 130 fedeli che facevano parte della sua parrocchia.
L’edificio, di moderna fattura, si presentava ben curato ed aveva una copertura in arelle e gesso.
All'interno erano presenti tre altari, compreso il maggiore, la cui pala raffigurava il Padre Eterno con i Santi Martino e Antonio. Il parroco di allora don Francesco Paleotti si adoperò affinché fosse ricavato uno spazio riservato alla sola confessione.
La chiesa era soggetta al plebanato della Pieve del Pino e di libera collazione della stessa.
Della parrocchia, la cui festa titolare si celebra ancora oggi l’11 novembre, facevano parte due oratori, l’uno dedicato alla B. V. di Loreto, di proprietà dell’ avv. Borghi, e l’altro consacrato alla B. V. del Buon Consiglio appartenente al signor Natale Rizzi.
1920 - 1931 (soppressione carattere generale)
Al 1920 risale la pavimentazione dell'aula in cementine stile liberty.
Nel 1931 la parrocchia di S. Martino venne soppressa e le campane di Ancognano furono trasferite presso la chiesa madre alla Pieve del Pino, dove sono tuttora conservate.
1990 - 1995 (restauro intero bene)
Tra il 1990 e il 1992 è stato rifatto il tetto della chiesa mentre l'anno successivo è stato restaurato il campanile.
Nel 1995 la chiesa è stata oggetto di ulteriori restauri, in occasione della visita della Beata Vergine di San Luca alla comunità terapeutica Incontro, avente all'epoca sede nella vecchia canonica.
2003 (rifacimento canonica)
Nel 2003 è stata restaurata la copertura della canonica, oggi sede del Centro di Solidarietà CEIS, nato nei primi anni 2000, per l’accoglienza di minori, immigrati senza famiglia.
Descrizione
La chiesa di S. Martino sorge isolata su una piccola altura in località Ancognano, tra Vizzano e Pieve del Pino, di cui fa parte. Il complesso, a cui fa da sfondo un orizzonte di dolci colline intervallate a rupi e calanchi, è raggiungibile da Bologna percorrendo la “via dei Colli”, dal versante Savena passando per Sabbiuno e da quello del Reno, attraversando Pontecchio Marconi.
Citata per la prima volta nelle decime del 1300, la chiesa di S. Martino fu da sempre soggetta alla Pieve di Panico, di cui oggi è sussidiale.
L’edificio venne completamente riedificato nel 1743 (con l’aggiunta del campanile nel 1765) e fu, con ogni probabilità, oggetto di alcune modifiche apportate nel corso dell’800. L’esterno, completamente intonacato, ha una facciata con terminazione a capanna priva di ornamenti.
Il portale d’ingresso, sormontato da una finestra rettangolare, è preceduto da una breve scalinata in pietra.
A sinistra della chiesa si trova la canonica, oggi sede di un centro minorile, mentre sul prospetto posteriore si erge il campanile.
L’interno, ad aula unica con copertura a volta, termina con un presbiterio rialzato ove sono collocati gli accessi alla canonica e alla sagrestia.
Lungo i fianchi dell’aula si aprono due grandi arcate cieche con al centro immagini devozionali.
L’aula e il presbiterio, illuminate unicamente dall'apertura in controfacciata, presentano una pavimentazione in cementine esagonali in stile liberty.
Contesto
La chiesa di S. Martino di Ancognano sorge isolata su un piccolo poggio a destra del Reno, sulle colline tra Vizzano e Pieve del Pino, frazione di cui fa parte. Il complesso religioso è raggiungibile da Pontecchio Marconi salendo verso ovest in direzione di Vizzano, da Bologna attraverso la “via dei Colli” e dal versante del Savena passando per Sabbiuno.
Attorno al complesso un orizzonte caratterizzato da dolci colline, ricoperte da zone boschive e campi coltivati, a cui si intervallano spettacolari calanchi e rupi scoscese.
Impianto planivolumetrico
Il complesso religioso è un’aggregazione orizzontale che comprende aula, campanile, sagrestia, canonica e stanze accessorie.
Esterno
Il complesso religioso di S. Martino si affaccia su un ampio sagrato inerbito in lieve declivio, cinto da una stretta cerchia di cipressi secolari.
L’ingresso alla chiesa è preceduto da una breve scalinata in pietra che costituisce il solo ornamento di facciata.
L’esterno, con terminazione a capanna, si presenta infatti sobrio e privo di modanature ad interromperne la linearità.
Al centro, in asse col portale ligneo d’accesso, si apre una finestra rettangolare, sormontata da una piccola nicchia contenente una statuetta.
In adiacenza al fianco sinistro della chiesa si trova la canonica, mentre sul fianco destro è posto un ingresso secondario che conduce alla sagrestia.
Sul prospetto posteriore si erge il campanile, parzialmente celato dagli ambienti parrocchiali che lo circondano.
La copertura del complesso, a due falde, è realizzata con lastre in pietra.
Pianta
Chiesa, orientata, ad aula unica con terminazione rettilinea.
Interni
L’interno, ad aula unica e privo di cappelle laterali, termina con un presbiterio rialzato e separato dalla zona assembleare mediante una balaustra in ferro.
Lungo le pareti dell’aula si aprono due grandi arcate cieche, inquadrate da lesene, al di sopra delle quali corre una trabeazione con cornice a dentelli.
Gli alzati della navata si presentano tinteggiati in color giallo chiaro e la copertura è realizzata da una volta a botte che continua nel presbiterio.
Da qui si accede a sinistra alla sagrestia e a destra ad una stretta e ripida scala che conduce all'ex canonica, oggi sede di un centro minorile.
La navata è illuminata unicamente dall'apertura in controfacciata.
La pavimentazione è costituita da cementine esagonali in stile liberty che si ripetono nel presbiterio sostituite, solo sul perimetro esterno, da piastrelle quadrate in cotto. In controfacciata, ai lati del portale, si trovano a sinistra un confessionale ligneo e a destra il fonte battesimale, chiuso da una balaustra in ferro.
Impianto strutturale
Struttura in muratura portante.
Apparati liturgici
L’assemblea è ordinata frontalmente al presbiterio in conformità con il volume architettonico e si organizza su due file di panche lignee disposte a battaglione.
Il presbiterio, rialzato di un gradino rispetto alla zona assembleare e separato da essa mediante una balaustra in ferro, non è adeguato alla riforma liturgica post-conciliare.
Al centro è presente solo l’altare pre-conciliare, rialzato di un ulteriore gradino e realizzato in gesso policromo riproducente il marmo.
L'ambone, posto a destra dell’altare a ridosso della balaustra, è in realtà un leggio in legno.
La sede per il celebrante, collocata lungo il fianco destro del presbiterio, è una semplice sedia in legno con seduta rivestita in tessuto.
Dallo stesso lato si accede alla sagrestia, mentre su quello opposto si trova una stretta e ripida scala che conduce all’ex canonica. In controfacciata, ai lati del portale d’ingresso, sono posizionati a destra il fonte battesimale, protetto da una balaustra in ferro, e a sinistra un confessionale ligneo.
Adeguamento liturgico
Nessuno
Il presbiterio non è adeguato alla riforma liturgica post-conciliare: è infatti presente solo l'altare pre-conciliare, posto al centro e rialzato di un gradino rispetto al piano di calpestio.
E' realizzato in gesso policromo riproducente il marmo e reca al centro un ovale raffigurante S. Martino che dona il mantello al povero.