Fra le deliziose posizioni delle colline Bolognesi vuolsi certamente annoverare quella della piccola Parrocchia di Ancognano situata a sei miglia da Bologna percorrendo la strada fuori di Porta S. Mammolo e attraversando il Comune di Paderno.
Imperocchè all'osservatore che pongasi sul davanti della Chiesa si apre vaghissimo Anfiteatro di non lontane collinette che formano a così dire la base de' più lontani Monti appendici alli alti Appennini, le quali sono ovunque sparse di case villerecce pe' Signori, e rustiche per li coloni.
Ma non è il solo pregio di questo luogo l'amena sua situazione, e la deliziosa vista de' circostanti colli che dalla sua vetta rimiransi; poichè a buon diritto può questo contado andare orgoglioso pe' suoi preziosi prodotti, specialmente di uve.
La giacitura del suo terreno che volge in massima parte al levante e mezzo giorno, la qualità di esso composto di creta, grossa sabbia, e tufo rendono le uve che produce di tale squisitezza da pareggiare quante nella Provincia Bolognese hanno fama di eccellenti.
Siccome però nelle umane opere nulla vi è di perfetto, così sembra che ancora nelle opere della natura alcun che s'abbia a desiderare alla loro perfezione.
Questo beatissimo luogo al quale nulla verrebbe meno, se avesse sufficiente copia d'acque,ha sommo difetto di questo necessario e prezioso elemento, talchè nella maggior parte dell'anno ne sarebbero quasi totalmente privi li abitanti, se non v'eresse una unica sorgente nel circondario appellata la Cisterna, la quale com'è ben a credere somministra eccellente acqua potabile.
Di qual tempo fosse la Chiesa fondata ignorasi pienamente, e può soltanto dedursi che fosse antichissima fondazione, se vuolsi aver riguardo alle memorie storiche che la riguardano.
Poichè nel luogo denominato il Poggio compreso in questa Parrocchia narra la storia sorgesse un giorno la fortezza di Poggio Ancognano allorchè fervevano le fazioni, e vigeva il prepotente dominio feudale.
Era questo in potere del 1323 di Ramberto, Delfino, e Bonzannino Fratelli de' Vizzani, ed eravi a Castellano in detta epoca Ramberto da Vizzano.
Ignorasi pure di qual epoca fosse un tal forte distrutto, ma certamente era del tutto demolito nel 1401.
Dal che vuolsi trarre induzione che un luogo munito di potente Castello, non doveva certamente mancare di Chiesa, se di quella stagione specialmente non andava disgiunta la prepotenza signorile da segni esterni di religione.
La Chiesa è sufficientemente ampia per la popolazione di questa Parrocchia che non si estende al di là del numero di 130 ed è di moderna costruzione, mantenuta con tutta decenza e nitidezza, ed ha il soffitto a volto di arelle e gesso, e tre altari compreso il maggiore.
Rappresenta il Quadro di quest'ultimo in alto il Padre Eterno con sotto S. Martino, S. Antonio Abate e S. Donino opera di non spregevole dipintore di poco conto sono quelli sovrapposti alli altari laterali.
Il Campanile sorse per opera del Parroco Lanzarini che resse questa Chiesa dall'anno 1743 all'anno 1765.
L'attual Parroco Molto Reverendo Don Francesco Paleotti adoperò in modo che senza ingombrare la Chiesa, fosse proveduto ad un luogo separato per la confessione.
La suddetta Chiesa è soggetta al Plebanato di S. Ansano del Pino, ed è di libera collazione di questa Reverenda Mensa Arcivescovile.
Confina colle Parrocchie della Pieve del Pino, di Sabione, di Vizzano, e di Paderno.
Due sono gli Oratorii che vi appartengono l'uno dedicato alla B. V. di Loreto appartenente al Sig.Avvocato Borghi, l'altro sacro alla B.V. del Buon Consiglio spettante al Signor Natale Rizzi.
La festa del titolare si celebra lì 11 Novembre.
(Testo firmato da dott. Luigi Aureli)