Domenica di Pentecoste

✠ Dal Vangelo secondo Giovanni 20, 19-23

La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore.

Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati».

La solennità di Pentecoste conclude liturgicamente i cinquanta giorni del tempo pasquale. “Il giorno di Pentecoste, al termine delle sette settimane pasquali, la pasqua di Cristo si compi nell’effusione dello Spirito Santo, che è manifestato, donato e comunicato come Persona divina: dalla sua pienezza Cristo Signore effonde a profusione lo Spirito” (CCC 731).

In effetti, il Mistero pasquale – la passione, morte e risurrezione di Cristo e la sua ascensione al Cielo – trova il suo compimento nella potente effusione dello Spirito Santo sugli Apostoli riuniti insieme con Maria, la Madre del Signore e gli altri discepoli. 

La Pentecoste è perciò la pienezza della Pasqua, ed è l’ultima tappa della storia della salvezza che porta a compimento il grande progetto di Dio Padre sull’umanità attraverso il dono dello Spirito Santo.

 Pentecoste!
È la fine della nostalgia e l’alba della speranza; l’oblio della paura e l’alba dell’audacia.
È la Pentecoste: la libertà del pensiero e il volo del sogno dello spirito; la fine di un’epoca di schiavitù e l’alba di una nuova libertà.
La Chiesa viene alla luce e continua l’opera di Gesù per mezzo dello Spirito attraverso l’Eucaristia, la Parola, i sacramenti, la preghiera e la vita cristiana.

La parola proviene dal termine greco antico πεντηκοστή, pentekosté. Per gli antichi cinquanta era il numero della pienezza di un tempo.
All’origine si trattava di una festa agricola, la festa della messe, giorno di gioia e di ringraziamento; in essa si offrivano le primizie di quanto la terra aveva prodotto.

Al tempo di Gesù gli Ebrei hanno annesso alla festa di Pentecoste anche la memoria del dono della Legge fatto da Dio al suo popolo che, secondo i calcoli interni alla Bibbia, avvenne cinquanta giorni dopo la liberazione dalla schiavitù dell’Egitto.

Su questa memoria ebraica, cinquanta giorni dopo la Resurrezione di Gesù, si è innestata la Pentecoste cristiana per fare memoria del dono dello Spirito Santo.