Category Archives: Parrocchia S.Maria di Zena


Al via la presentazione del libro sugli scritti spirituali di Nonna Susanna, con prefazione del cardinal Matteo Zuppi e presentazione di padre Serafino Tognetti, per l’Editrice Ancilla.

Teresa Algranati era figlia di Cesare Algranati, che fu direttore di Avvenire dal 1902 al 1915 e fondatore di altre riviste cattoliche, oltre che autore di moltissimi articoli su svariate testate giornalistiche. Per molti anni aiutò il padre nel ramo del giornalismo.

All’età di vent’anni sentì la chiamata del Signore a formare e organizzare gruppetti di donne che si proponevano di aiutare i sacerdoti nelle loro necessità materiali e spirituali.

Fondò così nel 1946, a Bologna, l’Opera della Riconoscenza, approvata dal Cardinale Nasalli Rocca: una comunità di giovani consacrate, dette Veroniche (ora Figlie di Madre Umilissima), che lavoravano e pregavano per sostenere i sacerdoti nella loro missione a servizio delle anime.

Teresa prese il nome di suor Maria Veronica, ma sul settimanale ‘Vita femminile’ di cui era direttrice e sul quale scriveva novelle, romanzi e curava una rubrica, si firmava ‘Nonna Susanna’, titolo che è rimasto il più noto e familiare per chi l’ha conosciuta e amata.

Questo libro è nato da alcuni suoi fogli dattiloscritti rimasti in un cassetto per anni. In essi suor Maria Veronica svela alcune sue esperienze spirituali straordinarie.


"Carissimo don Matteo, grazie di essere qui - ha detto don Giulio ad inizio della Santa Messa celebrata dal Vescovo Matteo Zuppi - per conferire il sacramento della Cresima e quindi lo Spirito Santo a 54 bambini del 2014 di Rastignano, Carteria di Sesto, Montecalvo e Monte delle Formiche".

"Diciamo grazie al Signore che organizza questa Festa per noi, perché è innamorato di tutti noi; chiediamo che lo Spirito scenda su di voi, sulle vostre famiglie e sulle vostre comunità - ha detto don Matteo - grazie anche a don Giulio che mette tanto impegno nella cura e nella pastorale di queste comunità.
Poi, prima di iniziare la Cresima, chiediamo perdono, ossia 'disarmiamoci per disarmare' gli altri. Chiediamo perdono per essere più leggeri, in quanto siamo solo pieni di Lui".

È BELLO ESSERE CRISTIANI.
È BELLO DONARE E REGALARE.

"Oggi impariamo a stare bene, ossia a stare insieme - ha detto don Matteo Zuppi durante l'omelia odierna a Rastignano, per le Cresime - impariamo sia dalla parola del Signore che ci parla, sia dal nutrimento dell'Eucarestia.
Anche se noi ci dimentichiamo di Lui, il Signore non si dimentica mai di noi, perché ci vuole bene, è un Padre.
Noi viviamo in questo luogo la presenza di Dio, che non abbiamo mai visto, ma che possiamo contemplare con gli occhi del cuore e dell'amore. Lo riconoscono dallo 'spezzare del pane'...
È bello essere cristiani. Lazzaro nel Vangelo odierno non faceva niente di male, ma non faceva neanche del bene.
Lui stesso non è contento di sé perché capiva che non faceva del bene.
Io sono contento se dono, se regalo, e se faccio del bene.
San Francesco era contento quando era povero e malato, perché non aveva niente ed aveva tutto, e tutti gli volevano bene.
Il Signore ci vuole bene perché non 'ci fa la lezione su come vivere'.
Ci vuole solo bene!
È importante essere cristiani in un mondo dove c'è tanta violenza.
Oggi ragazzi diventate veramente cristiani contro ogni forma di 'globalizzazione dell'indifferenza', come diceva papa Francesco.
Aiutate i malati nel momento della sofferenza. Andate a trovare gli anziani nelle case di riposo.
Fate loro una festa a sorpresa.
Perché lo facciamo?
Perché siamo cristiani e vogliamo bene agli altri".
TERMINATA LA SANTA MESSA
CON IL SACRAMENTO DELLA CRESIMA,
ALLA PRESENZA DEL CARDINALE MATTEO ZUPPI

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Numerosa ed intensa la cerimonia che ha visto la deposizione delle ceneri nella Cripta di Montecalvo, una delle opere da lui realizzate durante il suo servizio alla comunità locale iniziato nel 2004.

Dopo la processione e la funzione che, assieme a don Giulio Gallerani, parroco di Rastignano, è stata officiata da don Roberto Mastacchi parroco di S. Giacomo fuori le mura dove per tanti anni don Lorenzo è stato parroco, e don Giorgio Della Gasperina che ora opera come celebrante nella parrocchia di S. Giovanni Battista e San Mamante.

Fra i tanti parrocchiani della due comunità, presente anche Simonetta Saliera, assessore pianorese e ed amica di don Lorenzo fin dal suo inizio del servizio alla comunità di Montecalvo.

Particolarmente commovente il momento della deposizione delle ceneri coordinato dall'accolito Stefano Magliozzi. Infatti assieme all'urna, su suggerimento della "Vittoria" che ha condiviso con don Lorenzo il servizio a Montecalvo, sono andate "il fazzoletto" ricevuto il giorno dell' Ordinazione ed il Crocefisso di legno della madre che teneva appeso sopra al suo letto.

Dal Padre misericordioso all’amministratore infedele

Il brano evangelico di questa domenica segue immediatamente le tre parabole della misericordia – la pecora smarrita, la moneta perduta e soprattutto il padre misericordioso – narrate nel capitolo 15 del Vangelo di Luca. A prima vista sembra un passaggio di discontinuità, ma in realtà il legame è più profondo di quanto appaia.

Anzitutto cambia l’interlocutore: prima Gesù si rivolgeva ai farisei che mormoravano, ora parla direttamente ai suoi discepoli. Inoltre, un filo nascosto unisce le due sezioni: sia il figlio prodigo sia l’amministratore infedele hanno sprecato i beni che erano stati loro affidati. Due uomini che sciupano ciò che ricevono, ma che alla fine sono costretti a fare i conti con la propria vita. Ed è proprio questo il cuore del messaggio: la parabola invita a fare i conti non con i numeri, ma con le scelte, a riconoscere che la vita è un’amministrazione e che, prima o poi, tutto ciò che ci è stato affidato sarà richiesto.

Tutto ci è stato affidato: la vita come gestione responsabile

Il centro della parabola non è la furbizia, né l’inganno: è la responsabilità. L’amministratore infedele non viene lodato per la disonestà, ma per aver colto la gravità del momento e aver reagito. Sa che non è padrone, ma amministratore. E si muove.

In questa luce, il Vangelo non parla solo di denaro: ci parla di tutto ciò che ci è stato affidato – il tempo, i beni, le relazioni, la vita stessa. Non possediamo nulla in modo assoluto, siamo custodi temporanei. E come ogni buon amministratore, dobbiamo essere pronti a rendere conto.

Il tempo: non è una risorsa infinita. Vivere da discepoli significa non sprecarlo nell’inerzia o nella superficialità, ma riconoscerlo come occasione preziosa per amare, servire, costruire. Non siamo chiamati a riempire l’agenda, ma a dare qualità al tempo.

I beni materiali: non sono né il fine né la garanzia della nostra sicurezza. Gesù non li condanna in sé, ma ci ricorda che vanno usati bene, con giustizia e generosità. La ricchezza è un mezzo, non un padrone.

Le relazioni: anche gli affetti, l’amicizia, la fiducia degli altri sono beni da amministrare. Non vanno né manipolati né dati per scontati. Ogni relazione autentica si fonda su rispetto, ascolto e verità.

La vita: è il dono più grande. Non ne siamo padroni, né della nostra né di quella altrui. Per questo la fede cristiana ci insegna a rispettare ogni vita, anche fragile, anche dolente, anche alla soglia della morte. Perché ogni vita è sacra, ed è a Dio che ne rendiamo conto.

Un invito alla lucidità spirituale

«Il padrone lodò quell’amministratore disonesto, perché aveva agito con scaltrezza». È una frase che lascia perplessi, ma che dice qualcosa di profondo. Gesù constata che i figli di questo mondo sanno muoversi con intelligenza per i propri interessi, mentre i figli della luce spesso vivono con superficialità o inerzia. Il punto non è copiare l’astuzia dell’amministratore, ma imparare la sua prontezza di giudizio.

Gesù ci invita a essere realisti e lucidi: se vogliamo seguirlo, non possiamo illuderci o rimandare. Ogni scelta va misurata, ogni discepolato va preso sul serio. È come costruire una torre o affrontare una battaglia, come ci ha detto qualche domenica fa (Lc 14,28-32): serve consapevolezza, calcolo, fedeltà. Il Vangelo non è per sognatori ingenui, ma per uomini e donne capaci di scegliere sul serio.

Non potete servire Dio e la ricchezza

Il finale è netto: «Nessun servitore può servire due padroni… Non potete servire Dio e la ricchezza». Non si tratta solo di una questione economica, ma di una questione di cuore. A chi apparteniamo davvero? Cosa guida le nostre scelte? Chi decidiamo di servire con la nostra vita?

Gesù non chiede di rinunciare a tutto, ma di mettere lui al primo posto. La ricchezza può essere utile, ma non può essere padrona. Le cose possono servire, ma non devono sedurre. Perché chi serve Dio non è schiavo di nulla, ma sa usare tutto con libertà, sapendo che la vera ricchezza è un’altra: “Fatevi degli amici con la ricchezza disonesta… perché vi accolgano nelle dimore eterne”.

Il Vangelo oggi ci scuote: ci chiede di essere amministratori fedeli e lungimiranti, non calcolatori freddi, ma credenti responsabili, che sanno che ogni dono va restituito, e che solo ciò che è donato davvero, rimane per sempre.

(Tutte le foto e video dell’ottavario visibili a questo link)
Al via l’Ottavario dedicato a Maria.

Oggi sabato 6 settembre dalle ore 10 alle ore 13 sono arrivati al Santuario i CICLISTI DEL CIRCUITO – SANTUARI EMILIA ROMAGNA.

Alle ore 10 hanno visitato il Museo dei Botroidi di Tazzola con il curatore Lamberto Monti ed alle 11,30 seconda visita guidata del Santuario, con il Rettore don Giulio Gallerani e successivamente benedizione dei ciclisti.

Poi tutti a pranzo con le prime formiche… nella gramigna!

Alle ore 20 ritrovo al Bivio Val Piola, FIACCOLATA verso il Santuario e all’arrivo “POLENTATA”.
E’ la serata tradizionale dei FALÒ NELLE TRE VALLI.

Domani domenica 7 settembre alle ore 16 Santo Rosario e alle ore 16,30 Messa con Battesimo, presieduta da don Giulio Gallerani, Rettore del Santuario… e a seguire CRESCENTINE.

Poi festa per tutta la settimana prossima.

 

SANTUARIO DELLA MADONNA DEL MONTE DELLE FORMICHE.

Al via la solenne processione da Valpiola al Santuario, illuminata dai flambeaux e dai falò nelle tre vallli

INIZIA L’OTTAVARIO DELLA MADONNA DEL MONTE   DELLE FORMICHE 
Prima messa dell’Ottavario al Santuario della Madonna del Monte delle Formiche.
Poi pranzo conviviale.

MESSA AL MONTE DELLE FORMICHE
Oggi si celebra la fine dell’Ottavario in onore della Beata Vergine del Monte delle Formiche, alla presenza del Vicario Generale della Diocesi di Bologna.
“L’Eucarestia è fonte e culmine della nostra vita – ha detto don Giulio all’inizio della Santa Messa – oggi vogliamo ricordare la nostra mamma Maria, ed anche la Festa dell’Esaltazione della Santa Croce ed anche il compleanno del nostro amato papa Leone XIV”.
Monsignor Giovanni Silvagni, prima dell’inizio della Santa Messa, ha controllato i lavori eseguiti sulla facciata del Santuario, esprimendo la piena soddisfazione per l’ottimo lavoro eseguito.

SERMONE NEL BOSCO PER LA MADONNA DEL MONTE DELLE FORMICHE

“Ogni Santuario ci aiuta a guardare in alto, secondo la prospettiva di Dio – ha detto monsignor Silvagni durante il sermone nel bosco – Maria ci aiuta a vedere il mondo con gli occhi di Dio.

E noi, che siamo cristiani, dobbiamo rassegnarci ad essere delle persone ‘strane’. Noi non siamo gente normale, perché siamo stati toccati da un fatto straordinario. Celebriamo infatti oggi l’Esaltazione della Santa Croce. Abbiamo dei valori che oggi il mondo non comprende, ossia ricordare che Cristo ha sofferto per noi, per la nostra salvezza.

È un dono ed un mistero che noi dobbiamo adorare, vicino a Maria Addolorata presso la croce, accompagnandolo fino alla morte.

‘Stava presso la croce di suo Figlio’, diventando Madre di tutta l’umanità. E noi troviamo in Lei la dolcezza, il calore, l’amore, la fedeltà della nostra Mamma”.