La gioia del cristiano

III° Domenica di Avvento - Anno A

La gioia del cristiano nasce da un Dio che viene verso di noi

Vieni, devo svelarti un segreto: da dove nasce la gioia per un cristiano? Nel Vangelo di questa domenica Gesù dice: «Andate e riferite a Giovanni ciò che udite e vedete».
E poi elenca i segni della sua presenza: i ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risorgono e ai poveri è annunciato il Vangelo. La gioia nasce da qui, dalla concretezza di un Dio che trasforma la vita.

Gesù viene definito Erchómenos. In greco questa parola meravigliosa significa “colui che viene”, il “veniente”, ancora meglio: colui che ti viene incontro. Nei giorni dell’Avvento, i giorni dell’attesa, camminiamo verso il Natale proprio con questa consapevolezza: Dio non ci chiede di raggiungerlo dall’alto, ma scende verso di noi, ci viene incontro, entra nelle nostre strade.

La gioia nasce anche da un’altra verità che Gesù afferma nel Vangelo: «Fra i nati di donna non è sorto alcuno più grande di Giovanni il Battista, eppure il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui».
Accogliere il Cristo che viene significa farsi piccoli, come ha fatto lui. È quasi un ritornare bambini per imparare la grandezza del Regno dei Cieli.

Chi è stato in Terra Santa conosce bene il gesto richiesto per entrare nella Basilica della Natività: bisogna chinarsi, abbassarsi, diventare piccoli per passare da quella porta bassa e accostarsi al luogo dove Dio si è fatto bambino.
È un gesto simbolico che dice molto anche alla nostra vita.

E allora, nei giorni che ci separano dal Natale, possiamo esercitarci in questa piccolezza: non un rimpicciolirsi che mortifica, ma un diventare semplici, essenziali, disponibili a lasciarsi amare. Piccoli per accogliere la grandezza del Dio che viene.

Buon cammino.