L’ACCOLITO DELLA ZONA PASTORALE 50, FABIO GRASSI È PARTITO QUESTA MATTINA PER LA MISSIONE IN TANZANIA.
Dal gennaio 1974 la nostra Chiesa di Bologna è presente in Tanzania, sull’altopiano della regione di Iringa, ad una altezza tra i 1.600 e i 2.000 metri sul livello del mare.
E’ una presenza che nasce da un gemellaggio tra la Chiesa di Bologna e la Chiesa di Iringa e i loro rispettivi vescovi (il Cardinale Antonio Poma e Mons. Mario Mgulunde), in una prospettiva di comunione e di cooperazione tra due Chiese che ha radici nelle indicazioni dell’Enciclica di Pio XII “Fidei Donum” in cui si sottolineava la responsabilità e il possibile servizio missionario di ogni singola Chiesa.
Alla nostra chiesa fu affidata la parrocchia di Usokami, un territorio vasto come la Diocesi di Bologna.
Ai due sacerdoti diocesani e alle tre suore delle Minime dell’Addolorata, partiti inizialmente, si sono presto aggiunte due ragazze ostetriche e, successivamente, nel ’79, un laico che ha dato vita ad una cooperativa agricola e ad una scuola di falegnameria e di agraria; in seguito la comunità si è arricchita dei fratelli e delle sorelle della Comunità delle Famiglie della Visitazione, rispettivamente nell’83 e nell’88.
All’impegno primario dell’evangelizzazione e dell’attività pastorale propria di una parrocchia, si è accompagnata nel corso di questi anni una attività di assistenza sanitaria, di accoglienza, di promozione umana, di formazione professionale.
L’impegno per l’annuncio del vangelo si è rivolto ai 18 villaggi di cui era costituita la parrocchia (i più lontani distavano 60 km ) che in questi anni hanno visto nascere e poi crescere, sempre più, comunità di cristiani che hanno poi costruito, collaborando personalmente, la loro chiesa-cappella prima di fango e paglia e poi di mattoni o pietre; durante le celebrazioni di Pasqua e Pentecoste venivano battezzati mediamente dai 300 ai 400 tra ragazzi e adulti.
Particolare attenzione è stata data alla formazione dei catechisti, veri punti di riferimento per le comunità dei vari villaggi e ai seminaristi della parrocchia: 6 sono i sacerdoti già ordinati, ora in servizio in varie parrocchie della Diocesi o impegnati ad approfondire gli studi.
E’ stato costruito un Centro Sanitario in grado di fornire prestazioni ambulatoriali e possibilità di degenza per 80 posti letto, circa; ne fanno parte anche: una clinica per le visite periodiche dei bimbi dei vari villaggi, controllare il loro peso e fare le vaccinazioni; un Centro Malnutriti che dal 1992 vede ricoverati 500 bambini, circa all’anno, con le loro mamme per una degenza di un mese almeno, nella fascia di età compresa tra 2 e 8 anni e infine dal 2003 un Centro per la cura, l’assistenza e la diffusione della conoscenza dell’infezione dell’HIV e della sua prevenzione.
Quest’ultimo ha attualmente in cura più di 2500 ammalati e si propone di essere, pur se piccolo, un segno tangibile di aiuto alle tantissime persone coinvolte in modo diretto o indiretto in quella sconvolgente epidemia.
Dal 1986 è stata aperta una Casa della Carità (Nyumba ya Upendo) come risposta alle esigenze di alcune persone in gravi difficoltà; attualmente accoglie una cinquantina di bimbi orfani o abbandonati per rispondere alle tante richieste sempre più in aumento con il dilagare dell’infezione HIV.
Si sono organizzati corsi di economia domestica ( cucito, igiene, cucina, coltivazione dell’orto, allevamento animali..) come preparazione alla vita matrimoniale di ragazze provenienti dai vari villaggi.