Pentecoste per Vescovo

Mentre stava compiendosi il giorno della Pentecoste, si trovavano tutti insieme nello stesso luogo.
Venne all’improvviso dal cielo un fragore, quasi un vento che si abbatte impetuoso, e riempì tutta la casa dove stavano. 3Apparvero loro lingue come di fuoco, che si dividevano, e si posarono su ciascuno di loro, e tutti furono colmati di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue, nel modo in cui lo Spirito dava loro il potere di esprimersi.

Abitavano allora a Gerusalemme Giudei osservanti, di ogni nazione che è sotto il cielo.
A quel rumore, la folla si radunò e rimase turbata, perché ciascuno li udiva parlare nella propria lingua.
Erano stupiti e, fuori di sé per la meraviglia, dicevano:

«Tutti costoro che parlano non sono forse Galilei?
E come mai ciascuno di noi sente parlare nella propria lingua nativa?
Siamo Parti, Medi, Elamiti, abitanti della Mesopotamia, della Giudea e della Cappadocia, del Ponto e dell’Asia, 10della Frigia e della Panfilia, dell’Egitto e delle parti della Libia vicino a Cirene, Romani qui residenti, 11Giudei e proseliti, Cretesi e Arabi, e li udiamo parlare nelle nostre lingue delle grandi opere di Dio».

Tutti erano stupefatti e perplessi, e si chiedevano l’un l’altro: «Che cosa significa questo?».
Altri invece li deridevano e dicevano: «Si sono ubriacati di vino dolce».

“Mentre stava compiendosi il giorno della Pentecoste,”

“pentecoste”, festa della legge, non dei 613 precetti che ci spaventano, ma della consegna di una via al popolo per corrispondere in modo adeguato all’amore di dio, senza sacrificare figli

In questo giorno viene donato lo Spirito di Gesù, e giocando sulla parola potremmo chiederci ma come faccio a conoscerlo, riconoscerlo?
Leggendo il Vangelo capisco lo spirito, nel senso di stile.
E lo Spirito con la S maiuscola ci suggerisce che non siamo chiamati da soli a interpretare, egli assiste ogni battezzato e assiste la chiesa nel ricordare e comprendere.

“si trovavano tutti insieme nello stesso luogo.”

Non solo i 12 elencati nelle righe precedenti, , ma tutti i discepoli anche le donne (secondo Mc 15,37) dalla Galilea a Gerusalemme, come colui che sostituisce Giuda, così come si dice nella scena precedente.
E qui al di là di ciò che abbiamo in mente per tanta iconografia, a partire dall’icona di Pentecoste, possiamo pensare che tutti, fossero proprio tutti i discepoli.

Venne all’improvviso dal cielo un fragore, quasi un vento che si abbatte impetuoso, e riempì tutta la casa dove stavano. Apparvero loro lingue come di fuoco, che si dividevano, e si posarono su ciascuno di loro,

(rimando a es 19, la teofania per Mosè,)

.Allora Mosè fece uscire il popolo dall’accampamento incontro a Dio.
Essi stettero in piedi alle falde del monte.
Il monte Sinai era tutto fumante, perché su di esso era sceso il Signore nel fuoco, e ne saliva il fumo come il fumo di una fornace: tutto il monte tremava molto.

 Forze che non si possono afferrare.
Dopo non se ne parlerà più, sembra che nessuno sia stupito.
È un segnale per lettore.
Quello che sta succedendo è un’apparizione di Dio, teofania, del suo Spirito.

Facciamo subito una considerazione nel vangelo di Luca dopo Trasfigurazione, teofania Gesù va verso Gerusalemme.
Qui la Chiesa inizia la vita della chiesa.

“e tutti furono colmati di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue, nel modo in cui lo Spirito dava loro il potere di esprimersi.”

Babele, una lingua e poi la dispersione.
Ora la diversità è custodita ma tutti parlano, e annunciano (
Cfr Gioele)

Dopo questo,
io effonderò il mio spirito
sopra ogni uomo
e diverranno profeti i vostri figli e le vostre figlie;
i vostri anziani faranno sogni,
i vostri giovani avranno visioni.

 Abitavano allora a Gerusalemme Giudei osservanti, di ogni nazione che è sotto il cielo.
A quel rumore, la folla si radunò e rimase turbata, perché ciascuno li udiva parlare nella propria lingua.
Erano stupiti e, fuori di sé per la meraviglia, dicevano:
«Tutti costoro che parlano non sono forse Galilei?

“E come mai ciascuno di noi sente parlare nella propria lingua nativa?
Siamo Parti, Medi, Elamiti, abitanti della Mesopotamia, della Giudea e della Cappadocia, del Ponto e dell’Asia, della Frigia e della Panfilia, dell’Egitto e delle parti della Libia vicino a Cirene, Romani qui residenti, Giudei e proseliti, Cretesi e Arabi, e li udiamo parlare nelle nostre lingue delle grandi opere di Dio».
Tutti erano stupefatti e perplessi, e si chiedevano l’un l’altro: «Che cosa significa questo?».
Altri invece li deridevano e dicevano: «Si sono ubriacati di vino dolce».”

Lo stupore, invece nasce dal fatto che tutti…
Parlano e sono intesi, dagli altri tutti, cioè dagli ebrei della diaspora che erano a Gerusalemme per la festa.
E che in quanto tali pur essendo ebrei si identificano comunque con le altre nazioni e per questo così si indicano.
Come avviene tutt’oggi.

Tutti li intendono, e dunque quella dei discepoli è una parola che sa farsi capire in ogni lingua.
Ma sappiamo che la lingua non è solo strumento, è il frutto della cultura di un paese, nella lingua si sedimenta la storia di un popolo.
Ecco che allora le grandi opere di Dio possono essere comprese da tutti, sono destinate a tutti.
Questo farsi comprendere è capace di scuotere: stupiti, anche perplessi, addirittura dubbiosi, sono ubriachi.
Non si preoccupa della reazione il racconto, si preoccupa di raccontarci il movimento della comunità.

 Qual è il volto di Dio?

Vicino, Gesù asceso al cielo, un senso di smarrimento tanto che l’angelo dice perché state a guardare il cielo.
Non riusciamo a “tirarlo giù”, ma lui viene presso di noi sempre a condividere la nostra vita, a camminare con noi per le tante curve della nostra storia.

Ma è anche un Dio che si fida del suo alleato.
Dopo i profeti, dopo la presenza del figlio che ci ha rivelato il suo volto definitivamente, il Padre si affida a noi.
Sì, ci dona lo Spirito, ma ora sta a noi accoglierlo, ascoltarlo, farsi voce di Dio per tutti.

L’annuncio del Vangelo è affidato alla sua chiesa, alla sua ricchezza e alla sua povertà.

Ricordiamo le richieste di perdono fatte al Sinodo universale: per la pace non costtruita, per la diglità delle donne, dei poveri, per gli abusi sessuali.
È povertà di Dio, un’altra via di incarnazione, per così dire.

Luca fa della Pentecoste un evento fondatore che rimanda all’universalità
Dopo Babele inizia la storia, vera e propria verrebbe da dire. Inizia il ciclo di Abramo Padre di Israele.
Dopo Pentecoste inizia la vita della chiesa, non più per genealogia, per questo tutti i credenti/ ciascun credente
Più puntualmente: Parallelo con inizio attività pubblica di Gesù, battesimo.

Qual è il volto di Chiesa?

La vita della chiesa nasce da un dono, essa ha origine è fuori di sé

Comunità che sa parlare in altre lingue: non è forse questa un’indicazione di assumere con l’aiuto dello Spirito la fatica di assumere altri linguaggi, altre mentalità perché il Vangelo possa essere annunciato?

Paolo, ricordiamo intuirà e chiederà alla Chiesa un grande passaggio, sigillato da Dio con la visione destinata a Pietro della tovaglia con cibi impuri, per dirgli di andare presso il centurione di Cafarnao,.
Ora anche i non ebrei destinatari della promessa e della salvezza.

Gentili, per dire diversità, Pagani, con tono negativo
A noi sembra estraneo, ma per quanti pensiamo che la promessa non sia data e neppure salvezza?
Come si dice per esempio di alcuni rei:
Metterli in carcere e buttar via la chiave

Un annuncio che suscita diverse reazioni ma che non si cura di questo, più preoccupato che nessuno rimanga senza la consapevolezza del Vangelo, come aveva detto Gesù prima di ascendere (At 1) . riceverete la forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi, e di me sarete testimoni a Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samaria e fino ai confini della terra».

Ma come fa la comunità a sincerarsi di annunciare secondo lo Spirito?
Perdono sinodo
Questo brano ci suggerisce un criterio: farsi capire
E dopo l’annuncio di Pietro che inizia subito dopo questa scena alla conclusione si dice che il cuore pungeva loro.
Allora un secondo criterio offerto è dire parole che coinvolgano il cuore e che offrano agli uomini e le donne del nostro tempo

E qual è il volto del singolo credente?

È colui che è identificato come discepolo, tra quelli che lo hanno seguito dalla Galilea a Gerusalemme.

Cioè il singolo credente è la donna o l’uomo che hanno ascoltato la parola di Gesù e ne hanno riconosciuto l’autorità, sono rimasti della testimonianza della misericordia del Padre.

A Gerusalemme è colui che come può cerca di seguire il Signore nella sua morte per partecipare alla sua resurrezione.
Lo Spirito è donato perché ciascuno possa portare a compimento la fedeltà alla pasqua, al dare la vita per amore.
Il singolo è colui che riceve lo Spirito e desidera condividere il lieto annuncio.
Per la condivisione e la preghiera

Contempliamo

la vicinanza di Dio
La sua fiducia in noi, si affida alla sua Chiesa
Il dono della chiesa
Contempliamo lo Spirito che trasforma il cuore di ciascuno
Contempliamo la vita del credente, tutta definita dalla relazione con Gesù

Domandiamoci

Questo orizzonte che le Scritture ci presentano, ci affascinano?
Accogliamo lo Spirito nella speranza di poter parlare in modo comprensibile a tutti?
Come custodire le differenze?

La tipicità
Ebrei, dirà Pietro avete ucciso Gesù, ma vi annunciamo: annunciare veramente a tutti
Quale posto la Parola per conoscere il Signore, e la celebrazione Eucaristica per partecipare alla sua Pasqua ?

Prima: (Lc 24)

Poi disse: «Sono queste le parole che io vi dissi quando ero ancora con voi: bisogna che si compiano tutte le cose scritte su di me nella legge di Mosè, nei Profeti e nei Salmi».
Allora aprì loro la mente per comprendere le Scritture e disse loro:
«Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme.
Di questo voi siete testimoni.
Ed ecco, io mando su di voi colui che il Padre mio ha promesso; ma voi restate in città, finché non siate rivestiti di potenza dall’alto».

Poi li condusse fuori verso Betània e, alzate le mani, li benedis
Mentre li benediceva, si staccò da loro e veniva portato su, in cielo.
Ed essi si prostrarono davanti a lui; poi tornarono a Gerusalemme con grande gioia e stavano sempre nel tempio lodando Dio.

Festa della Legge che prima di tutto è via per mantenere un rapporto con Dio.

Chi di noi saprebbe comprendere come essere in buona relazione con Dio, se non avessimo ricevuto istruzioni?
Alcune religioni sono giunte al sacrificio umano.

In questo giorno viene donato lo Spirito di Gesù, e giocando sulla parola potremmo chiederci ma come faccio a conoscerlo, riconoscerlo?
Leggendo il Vangelo capisco lo spirito, nel senso di stile.
E lo Spirito con la S maiuscola ci suggerisce che non siamo chiamati da soli a interpretare, egli assiste ogni battezzato e assiste la chiesa nel ricordare e comprendere.

Tutti insieme: abbiamo immagini di apostoli, e anche il testo ci porta a questo.
Ma a ben vedere l’elezione del sostituto di Giuda è fatta tra coloro (Atti 1)

Bisogna dunque che, tra coloro che sono stati con noi per tutto il tempo nel quale il Signore Gesù ha vissuto fra noi,

Allora c’erano anche i discepoli e tra questi anche le donne, (come ricorda Marco che in 15,37), mentre le donne stavano a guardare dove seppelliscono Gesù, le presenta dicendo avevano seguito Gesù dalla Galilea a Gerusalemme.

Un fragore, lingue di fuoco, segnale per gli ascoltatori, nessuno le nomina più, per dire: è lo Spirito di Dio…
(Cfr linguaggio del Sinai es 19, Lc)  cerca nella teofania fondatrice il quadro interpretativo dell’effusione dello “SS.

Così questa manifestazione non è contro, e non è del tutto diversa da quella di Israele, da quella a Mosè
Quadro plastico ma metaforico Dio resta indicibile
Lo SS non sostituisce la legge, ma governa la testimonianza dei credenti.

Venuta dello SS è compimento della promessa (cfr Gioele 3)

Dopo questo,
io effonderò il mio spirito
sopra ogni uomo
e diverranno profeti i vostri figli e le vostre figlie;
i vostri anziani faranno sogni,
i vostri giovani avranno visioni.
Anche sopra gli schiavi e sulle schiave
in quei giorni effonderò il mio spirito.
Farò prodigi nel cielo e sulla terra,
sangue e fuoco e colonne di fumo.
Il sole si cambierà in tenebre
e la luna in sangue,
prima che venga il giorno del Signore,
grande e terribile.
Chiunque invocherà il nome del Signore,
sarà salvato,
poiché sul monte Sion e in Gerusalemme
vi sarà la salvezza,
come ha detto il Signore,
anche per i superstiti
che il Signore avrà chiamato.

Babele//Pentecoste.

La diversità non è annullata, ma ritrova unità… e unanimità :
SS può trascendere ogni cultura.
Lista delle popolazioni: colta greco e ebraica
Semicircolare Gerusalemme al centro.
Mondanizzazione esclusivamente giudaica da Is al mondo.

Lo stupore, invece nasce dal fatto che tutti…
E qui al di là di ciò che abbiamo in mente per tanta iconografia, a partire dall’icona di Pentecoste, possiamo pensare che tutti, fossero proprio tutti i discepoli.

Parlano e sono intesi, dagli altri tutti, cioè dagli ebrei della diaspora che erano a Gerusalemme per la festa.
E che in quanto tali pur essendo ebrei si identificano comunque con le altre nazioni e per questo così si indicano.
Come avviene tutt’oggi.

Tutti li intendono, e dunque quella dei discepoli è una parola che sa farsi capire in ogni lingua.
Ma sappiamo che la lingua non è solo strumento, è il frutto della cultura di un paese, nella lingua si sedimenta la storia di un popolo.
Ecco che allora le grandi opere di Dio possono essere comprese da tutti, sono destinate a tutti.

Questo farsi comprendere è capace di scuotere: stupiti, anche perplessi, addirittura dubbiosi, sono ubriachi.
Non si preoccupa della reazione il racconto, si preoccupa di raccontarci il movimento della comunità.

Qual è il volto di Dio?

Vicino, Gesù asceso al cielo, un senso di smarrimento tanto che l’angelo dice perché state a guardare il cielo.
Non riusciamo a “tirarlo giù”, ma lui viene presso di noi sempre a condividere la nostra vita, a camminare con noi per le tante curve della nostra storia.

Ma è anche un Dio che si fida del suo alleato. Dopo i profeti, dopo la presenza del figlio che ci ha rivelato il suo volto definitivamente, il Padre si affida a noi.
Sì, ci dona lo Spirito, ma ora sta a noi accoglierlo, ascoltarlo, farsi voce di Dio per tutti.

L’annuncio del Vangelo è affidato alla sua chiesa, alla sua ricchezza e alla sua povertà.

Sinodo richiesta di perdono ma anche novità di stile, o meglio stile ripreso. È povertà di Dio, un’altra via di incarnazione, per così dire.

Cronologia di Lc come Lc 9, cesura
Luca fa della Pentecoste un evento fondatore che rimanda all’universalità

Dopo Babele inizia la storia, vera e propria verrebbe da dire. Inizia il ciclo di Abramo Padre di Israele.
Dopo Pentecoste inizia la vita della chiesa, non più per genealogia, per questo tutti i credenti/ ciascun credente
Più puntualmente: Parallelo con inizio attività pubblica di Gesù, battesimo.

Qual è il volto di chiesa?

Vita della chiesa nasce da un dono, origine è fuori di sé

 

Comunità che sa parlare in altre lingue: non è forse questa un’indicazione di assumere la fatica, che con lo Spirito troppo faticoso non dovrebbe essere di assumere altri linguaggi, altre mentalità perché il Vangelo possa essere annunciato?

Paolo, ricordiamo intuirà e chiederà alla Chiesa un grande passaggio, sigillato da Dio con visione di Cafarnao, anche i non ebrei destinatari della promessa e della salvezza.

Gentili, per dire diversità, Pagani, con tono negativo
A noi sembra estraneo, ma per quanti pensiamo che la promessa non sia data e neppure salvezza?
Carcere: buttar via la chiave

Un annuncio che suscita diverse reazioni ma che non si cura di questo, più preoccupato che nessuno rimanga senza la consapevolezza del Vangelo, come aveva detto Gesù prima di ascendere (At 1)
“riceverete la forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi, e di me sarete testimoni a Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samaria e fino ai confini della terra”.

Ma come fa la comunità a sincerarsi di annunciare secondo lo Spirito?
Perdono sinodo

Questo brano ci suggerisce un criterio: farsi capire

E dopo l’annuncio di Pietro che inizia subito dopo questa scena alla conclusione si dice che il cuore pungeva loro. Allora un secondo criterio offerto è dire parole che coinvolgano il cuore e che offrano agli uomini e le donne del nostro tempo

E qual è il volto del singolo credente?

È colui che è identificato come discepolo, tra quelli che lo hanno seguito dalla Galilea a Gerusalemme.

Cioè il singolo credente è la donna o l’uomo che hanno ascoltato la parola di Gesù e ne hanno riconosciuto l’autorità, sono rimasti della testimonianza della misericordia del Padre.

A Gerusalemme è colui che come può cerca di seguire il Signore nella sua morte per partecipare alla sua resurrezione.
Lo Spirito è donato perché ciascuno possa portare a compimento al fedeltà alla pasqua, al dare la vita per amore.
Il singolo è colui che riceve lo Spirito e desidera condividere il lieto annuncio.

Per la condivisione e la preghiera

Contempliamo
la vicinanza di Dio
La sua fiducia in noi, si affida alla sua Chiesa
Il dono della chiesa
Contempliamo lo Spirito che trasforma il cuore di ciascuno
Contempliamo la vita del credente, tutta definita dalla relazione con Gesù

Domandiamoci

Questo orizzonte che le Scritture ci presentano, ci affascinano?

Accogliamo lo Spirito nella speranza di poter parlare in modo comprensibile a tutti?
Come custodire le differenze?
La tipicità

Ebrei, dirà Pietro avete ucciso Gesù, ma vi annunciamo: annunciare veramente a tutti
Quale posto la Parola per conoscere il Signore, e la celebrazione Eucaristica per partecipare alla sua Pasqua ?

(Suor Elsa  –  Suore Marcelline di Guzzano)