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CRESIME A PIANORO NUOVO

E’ stata celebrata la Cresima dei bambini di Pianoro, alla presenza di Monsignor Lino Stefanini, che ha impartito la Cresima, domenica 28 Settembre 2025 Prima foto ufficiale serie e composta… poi foto per le famiglie e per i genitori con tanti cuoricini…   Vedi le foto nell’album online a questo LINK


Al termine della presentazione del libro di Suor Maria Veronica,

don Giulio ha dato una GRANDE NOTIZIA:

"Dopo 700 anni, la parrocchia di Rastignano avrà una comunità di suore. Due sorelle Figlie di Madre Umilissima abiteranno qui con noi, nelle ex aule di catechismo della vecchia casa canonica. Gioia immensa per la nostra comunità"


Al via la presentazione del libro sugli scritti spirituali di Nonna Susanna, con prefazione del cardinal Matteo Zuppi e presentazione di padre Serafino Tognetti, per l’Editrice Ancilla.

Teresa Algranati era figlia di Cesare Algranati, che fu direttore di Avvenire dal 1902 al 1915 e fondatore di altre riviste cattoliche, oltre che autore di moltissimi articoli su svariate testate giornalistiche. Per molti anni aiutò il padre nel ramo del giornalismo.

All’età di vent’anni sentì la chiamata del Signore a formare e organizzare gruppetti di donne che si proponevano di aiutare i sacerdoti nelle loro necessità materiali e spirituali.

Fondò così nel 1946, a Bologna, l’Opera della Riconoscenza, approvata dal Cardinale Nasalli Rocca: una comunità di giovani consacrate, dette Veroniche (ora Figlie di Madre Umilissima), che lavoravano e pregavano per sostenere i sacerdoti nella loro missione a servizio delle anime.

Teresa prese il nome di suor Maria Veronica, ma sul settimanale ‘Vita femminile’ di cui era direttrice e sul quale scriveva novelle, romanzi e curava una rubrica, si firmava ‘Nonna Susanna’, titolo che è rimasto il più noto e familiare per chi l’ha conosciuta e amata.

Questo libro è nato da alcuni suoi fogli dattiloscritti rimasti in un cassetto per anni. In essi suor Maria Veronica svela alcune sue esperienze spirituali straordinarie.


"Carissimo don Matteo, grazie di essere qui - ha detto don Giulio ad inizio della Santa Messa celebrata dal Vescovo Matteo Zuppi - per conferire il sacramento della Cresima e quindi lo Spirito Santo a 54 bambini del 2014 di Rastignano, Carteria di Sesto, Montecalvo e Monte delle Formiche".

"Diciamo grazie al Signore che organizza questa Festa per noi, perché è innamorato di tutti noi; chiediamo che lo Spirito scenda su di voi, sulle vostre famiglie e sulle vostre comunità - ha detto don Matteo - grazie anche a don Giulio che mette tanto impegno nella cura e nella pastorale di queste comunità.
Poi, prima di iniziare la Cresima, chiediamo perdono, ossia 'disarmiamoci per disarmare' gli altri. Chiediamo perdono per essere più leggeri, in quanto siamo solo pieni di Lui".

È BELLO ESSERE CRISTIANI.
È BELLO DONARE E REGALARE.

"Oggi impariamo a stare bene, ossia a stare insieme - ha detto don Matteo Zuppi durante l'omelia odierna a Rastignano, per le Cresime - impariamo sia dalla parola del Signore che ci parla, sia dal nutrimento dell'Eucarestia.
Anche se noi ci dimentichiamo di Lui, il Signore non si dimentica mai di noi, perché ci vuole bene, è un Padre.
Noi viviamo in questo luogo la presenza di Dio, che non abbiamo mai visto, ma che possiamo contemplare con gli occhi del cuore e dell'amore. Lo riconoscono dallo 'spezzare del pane'...
È bello essere cristiani. Lazzaro nel Vangelo odierno non faceva niente di male, ma non faceva neanche del bene.
Lui stesso non è contento di sé perché capiva che non faceva del bene.
Io sono contento se dono, se regalo, e se faccio del bene.
San Francesco era contento quando era povero e malato, perché non aveva niente ed aveva tutto, e tutti gli volevano bene.
Il Signore ci vuole bene perché non 'ci fa la lezione su come vivere'.
Ci vuole solo bene!
È importante essere cristiani in un mondo dove c'è tanta violenza.
Oggi ragazzi diventate veramente cristiani contro ogni forma di 'globalizzazione dell'indifferenza', come diceva papa Francesco.
Aiutate i malati nel momento della sofferenza. Andate a trovare gli anziani nelle case di riposo.
Fate loro una festa a sorpresa.
Perché lo facciamo?
Perché siamo cristiani e vogliamo bene agli altri".
TERMINATA LA SANTA MESSA
CON IL SACRAMENTO DELLA CRESIMA,
ALLA PRESENZA DEL CARDINALE MATTEO ZUPPI

LINK ALL'ALBUM ONLINE DI TUTTE LE FOTO DELL'EVENTO


Numerosa ed intensa la cerimonia che ha visto la deposizione delle ceneri nella Cripta di Montecalvo, una delle opere da lui realizzate durante il suo servizio alla comunità locale iniziato nel 2004.

Dopo la processione e la funzione che, assieme a don Giulio Gallerani, parroco di Rastignano, è stata officiata da don Roberto Mastacchi parroco di S. Giacomo fuori le mura dove per tanti anni don Lorenzo è stato parroco, e don Giorgio Della Gasperina che ora opera come celebrante nella parrocchia di S. Giovanni Battista e San Mamante.

Fra i tanti parrocchiani della due comunità, presente anche Simonetta Saliera, assessore pianorese e ed amica di don Lorenzo fin dal suo inizio del servizio alla comunità di Montecalvo.

Particolarmente commovente il momento della deposizione delle ceneri coordinato dall'accolito Stefano Magliozzi. Infatti assieme all'urna, su suggerimento della "Vittoria" che ha condiviso con don Lorenzo il servizio a Montecalvo, sono andate "il fazzoletto" ricevuto il giorno dell' Ordinazione ed il Crocefisso di legno della madre che teneva appeso sopra al suo letto.

Dal Padre misericordioso all’amministratore infedele

Il brano evangelico di questa domenica segue immediatamente le tre parabole della misericordia – la pecora smarrita, la moneta perduta e soprattutto il padre misericordioso – narrate nel capitolo 15 del Vangelo di Luca. A prima vista sembra un passaggio di discontinuità, ma in realtà il legame è più profondo di quanto appaia.

Anzitutto cambia l’interlocutore: prima Gesù si rivolgeva ai farisei che mormoravano, ora parla direttamente ai suoi discepoli. Inoltre, un filo nascosto unisce le due sezioni: sia il figlio prodigo sia l’amministratore infedele hanno sprecato i beni che erano stati loro affidati. Due uomini che sciupano ciò che ricevono, ma che alla fine sono costretti a fare i conti con la propria vita. Ed è proprio questo il cuore del messaggio: la parabola invita a fare i conti non con i numeri, ma con le scelte, a riconoscere che la vita è un’amministrazione e che, prima o poi, tutto ciò che ci è stato affidato sarà richiesto.

Tutto ci è stato affidato: la vita come gestione responsabile

Il centro della parabola non è la furbizia, né l’inganno: è la responsabilità. L’amministratore infedele non viene lodato per la disonestà, ma per aver colto la gravità del momento e aver reagito. Sa che non è padrone, ma amministratore. E si muove.

In questa luce, il Vangelo non parla solo di denaro: ci parla di tutto ciò che ci è stato affidato – il tempo, i beni, le relazioni, la vita stessa. Non possediamo nulla in modo assoluto, siamo custodi temporanei. E come ogni buon amministratore, dobbiamo essere pronti a rendere conto.

Il tempo: non è una risorsa infinita. Vivere da discepoli significa non sprecarlo nell’inerzia o nella superficialità, ma riconoscerlo come occasione preziosa per amare, servire, costruire. Non siamo chiamati a riempire l’agenda, ma a dare qualità al tempo.

I beni materiali: non sono né il fine né la garanzia della nostra sicurezza. Gesù non li condanna in sé, ma ci ricorda che vanno usati bene, con giustizia e generosità. La ricchezza è un mezzo, non un padrone.

Le relazioni: anche gli affetti, l’amicizia, la fiducia degli altri sono beni da amministrare. Non vanno né manipolati né dati per scontati. Ogni relazione autentica si fonda su rispetto, ascolto e verità.

La vita: è il dono più grande. Non ne siamo padroni, né della nostra né di quella altrui. Per questo la fede cristiana ci insegna a rispettare ogni vita, anche fragile, anche dolente, anche alla soglia della morte. Perché ogni vita è sacra, ed è a Dio che ne rendiamo conto.

Un invito alla lucidità spirituale

«Il padrone lodò quell’amministratore disonesto, perché aveva agito con scaltrezza». È una frase che lascia perplessi, ma che dice qualcosa di profondo. Gesù constata che i figli di questo mondo sanno muoversi con intelligenza per i propri interessi, mentre i figli della luce spesso vivono con superficialità o inerzia. Il punto non è copiare l’astuzia dell’amministratore, ma imparare la sua prontezza di giudizio.

Gesù ci invita a essere realisti e lucidi: se vogliamo seguirlo, non possiamo illuderci o rimandare. Ogni scelta va misurata, ogni discepolato va preso sul serio. È come costruire una torre o affrontare una battaglia, come ci ha detto qualche domenica fa (Lc 14,28-32): serve consapevolezza, calcolo, fedeltà. Il Vangelo non è per sognatori ingenui, ma per uomini e donne capaci di scegliere sul serio.

Non potete servire Dio e la ricchezza

Il finale è netto: «Nessun servitore può servire due padroni… Non potete servire Dio e la ricchezza». Non si tratta solo di una questione economica, ma di una questione di cuore. A chi apparteniamo davvero? Cosa guida le nostre scelte? Chi decidiamo di servire con la nostra vita?

Gesù non chiede di rinunciare a tutto, ma di mettere lui al primo posto. La ricchezza può essere utile, ma non può essere padrona. Le cose possono servire, ma non devono sedurre. Perché chi serve Dio non è schiavo di nulla, ma sa usare tutto con libertà, sapendo che la vera ricchezza è un’altra: “Fatevi degli amici con la ricchezza disonesta… perché vi accolgano nelle dimore eterne”.

Il Vangelo oggi ci scuote: ci chiede di essere amministratori fedeli e lungimiranti, non calcolatori freddi, ma credenti responsabili, che sanno che ogni dono va restituito, e che solo ciò che è donato davvero, rimane per sempre.

Oggi a pianoro nuovo al termine della messa delle 11
Benedizione degli studenti, insegnanti e degli zainetti in vista dell’inizio dell’anno scolastico