Dopoguerra, quei preti bolognesi uccisi

(Dall’inserto “Bologna Sette” del quotidiano nazionale “AVVENIRE”

 

Un saggio storico che mancava nella ricerca degli anni del dopoguerra bolognese e in particolare sulle vicende che videro l’uccisione di diversi sacerdoti.

Martedì scorso nella Sala della Azione Cattolica un incontro ha presentato il nuovo libro «L’ora di disarmare i cuori» scritto da don Angelo Baldassarri.

«Questo volume — spiega l’autore – nasce da una ricerca che ho fatto in questi ultimi cinque anni per riscoprire la vita degli otto preti che furono uccisi nell’immediato dopoguerra a Bologna.

Gli ultimi studi, a parte un volume sul parroco di Lorenzatico, risalgono al 1946 e al 1951.
Nel libro emerge come la violenza continuò a Bologna anche dopo la guerra quando ci si aspettava che la violenza dovesse essere finita.

I preti furono oggetto di violenza perché in parte proprio il loro ministero li rendeva invisi ad alcuni, in parte per il loro impegno nel custodire le opere, quindi anche di amministrazione di tanti beni che le parrocchie avevano, il loro impegno educativo, il fatto che volevano indirizzare in parte le scelte delle persone, il loro essere anche conoscitori di tutte le persone.

Agli occhi di molti furono visti come possibili nemici e per questo uccisi.
Il libro si intitola “L’ora di disarmare i cuori”, ed è una frase del cardinal Zuppi di cinque anni fa nel settanta-cinquesimo della fine della guerra e l’ho scelto perché penso che occorra un cuore e una mente disarmata per cercare di riaffrontare in maniera nuova quei fatti che portano dentro di sé tante ferite e dolori».

Anche il vicario generale monsignor Giovanni Silvani, autore della prefazione del libro, ha avuto modo di ricordare l’importanza del tema trattato: «Siamo qui a ricordare un periodo molto delicato della storia della nostra Diocesi.

Questo libro racconta la vita di sacerdoti che furono oggetto di violenza e perirono in modo tragico in quel periodo. Fatti bersaglio di forze oscure non sempre ben identificate, ma comunque pagando un tributo di sangue molto alto alla causa della pace, della ricostruzione, della ripresa di una vita normale dopo quello che aveva significato il ventennio del fascismo e la tragedia della Seconda Guerra Mondiale.

Papa Leone chi ha detto che la memoria non è solo rivolta al passato, ma custodisce il presente e prepara il futuro».
A completare il quadro storico di quel periodo, introdotti dall’archivista Simone Marchesani, gli
storici Giovanni Turbanti e Nicla Buonasorte.

«Il mio contributo – ha detto Giovanni Turbante – parte da un libro scritto con Simone Marchesani, su monsignor Giulio Salmi, che è stata una figura veramente importante nella storia della Chiesa di Bologna, a partire dal 1945 fino alla morte.

È stato lui che all’inizio era stato cappellano alle caserme rosse, nelle caserme dove si raccoglievano i rastrellati dei nazi-fascisti per essere portati ai campi di concentramento in Germania, dove Nasalli Rocca aveva proprio chiesto a lui di fare l’assistenza spirituale.

E poi lui è stato tra i fondatori dell’Onarmo qui a Bologna, che è stata una realtà importantissima nel dopoguerra». Sul cardinale Nasalli Rocca, allora arcivescovo di Bologna, è intervenuta invece Nicla Buonasorte presentando un altro volume di qualche anno fa nato «grazie all’apertura dell’archivio Diocesano, che ha messo a disposizione degli studiosi questa grande ricchezza documentaria e che quindi ha permesso di ricostruire la biografia di un personaggio molto importante che ha attraversato un momento fondamentale dell’Italia nel Novecento, perché il suo episcopato è proprio coestensivo con il fascismo.

Fu arcivescovo di Bologna dal 1922 fino al 1952: un momento di grandi crisi ma anche di grande ripensamento dell’apporto della Chiesa Cattolica alla realtà italiana».

(Nella foto: L’incontro di presentazione del libro: «Disarmare i cuori»)