FUNERALE DI CARLA OSTAN

"Carla era una mamma, un'adoratrice, una donna generosa. Grazie, grazie, grazie per la tua vita terrena e continua ad aiutarci dal cielo come hai sempre fatto nella vita" ha detto don Giulio all'inizio della Messa per il funerale odierno di Carla Ostan.

Di seguito il vicario generale per la sinodalita' monsignor Stefano Ottani ha portato i saluti e le preghiere del cardinale Matteo Zuppi. Presente anche il vicario generale monsignor Giovanni Silvagni, ed il precedente parroco don Severino Stagni insieme ad oltre 30 sacerdoti, in una chiesa stracolma di amici.

"Mamma in questa chiesa si sentiva a casa - ha detto il figlio don Davide - ha chiesto l'estrema unzione dal parroco di Rastignano perché questa era la sua amata comunità. Abbiamo la sicurezza che anche la sua profonda ferita alla guancia a causa della malattia (avevamo paura di farle male anche con un semplice bacino) si è trasfigurata in cielo, come le ferite di Cristo. Oggi, da lassù in cielo, insieme al suo amato marito e nostro papà, Stefano, ci protegge e ci aiuta".

"La Provvidenza ha aiutato la mamma anche nel suo dolore - ha detto il figlio don Davide durante l'omelia per il funerale di Carla Ostan - il 29 novembre 2020, al suo primo intervento, è stato l'ultimo giorno in cui abbiamo visto il suo viso non malato. Poi 30 giorni di ricovero, da sola, a causa del Covid.

Poi il tentativo di recupero, con le due successive recidive.
Amava fare l'Adorazione, la contemplazione di Gesù e dell'Eucarestia. Lei sapeva che Gesù la vedeva ancora bella, nonostante il volto sfigurato.

Tutto il periodo di malattia della mamma è stato una profonda riflessione sulla bellezza, sul dolore, sulla dignità dell'essere umano che va di pari passo con la dignità della fede, anche in mezzo alle tribolazioni.

Carla ha conservato la fede anche nel dolore.
Spesso al Bellaria ci fermavamo nella cappellina a pregare dopo le cure.
Amava fare la colazione (unico pasto che riusciva a consumare) davanti alla Messa in TV, con il Signore che le faceva compagnia, una continua memoria della mensa del Risorto.
Non avere i genitori fa venire una profonda tristezza, ma abbiamo la sicurezza che sono in cielo. Noi crediamo nella resurrezione. In cielo, insieme ai nostri genitori, abbiamo anche un Padre ed una Madre celesti che ci proteggono".
VANGELO SECONDO GIOVANNI 21
Gesù disse loro: «Venite a fare colazione». E nessuno dei discepoli osava chiedergli: «Chi sei?» Sapendo che era il Signore. Gesù venne, prese il pane e lo diede loro; e così anche il pesce.