Category Archives: Parrocchia dei Santi Pietro e Girolamo di Rastignano

L’onda della notizia della prossima festa di Rastitown continua a dilagare.

Oggi un articolo sul quotidiano locale “Il Resto del Carlino.”

 

Conferenza stampa di Rastitown, la grande festa del paese di Rastignano che si svolgerà il 18 maggio.
PRESENTI il sindaco di Pianoro Luca Vecchiettini già pronto per la grande sfida calcistica di questa sera,
Silvia Ferraro de Le Botteghe di Rastignano Ascom,
don Giulio Gallerani parroco di Rastignano e moderatore Zona Pastorale 50,
e Federica Maranesi presidente dell'associazione Amici di Tamara e Davide,
e con Giancarlo Tonelli Ascom Bologna
.

Le foto scattate, dell’importante evento,  potrete  visionarle al presente LINK

Dichiarazione di Silvia Ferraro,

responsabile Ascom di Rastignano

Una festa di comunità, per la comunità.
All’insegna dello shopping, del buon cibo e del divertimento, per grandi e piccini.
È questa la ricetta di “Rastitown in festa”, che ritorna con la settima edizione venerdì 16, sabato 17 e domenica 18 maggio prossimi.
Patrocinata tra gli altri dal Comune di Pianoro, da Confcommercio Ascom Bologna e da BCC Felsinea, la festa è da sempre il frutto del Iavoro di squadra delle realtà economiche, sociale e culturali di Rastignano.
A partire dal Comitato “Le Botteghe di Rastignano”, che riunisce le attività imprenditoriali locali: commercio, ristorazione e servizi, tutti uniti per valorizzare l’economia locale, promuovere il territorio e trasformare la frazione in comunità.

Ma l’evento, come già detto, si avvale del contributo decisivo di una pluralità di soggetti: dalla parrocchia SS. Pietro e Girolamo di Rastignano all’associazione “Amici di Tamara e Davide”, dalla Pro Loco di Pianoro al Comitato dei genitori “Yes We School”, soltanto per citarne alcuni.
La festa, che prenderà il via con due iniziative singole il venerdì (l’appuntamento è per le ore 17 con Bimbimbici)
e il sabato (con la Festa del baratto, dalle ore 15 in parrocchia)
entrerà nel vivo domenica 18 maggio, come da tradizione oramai consolidata, con una giornata tra i gazebo dei commercianti e delle associazioni (e tanta musica) nel Parco di Villa Pini.
Si parte alle 12,30 col pranzo al parco, a cura delle botteghe alimentari del territorio, della Pro Loco di Pianoro e di “Yes We School”;

Si prosegue con una bella iniezione di ottima musica by “The Ismé Ensamble”, Dj Ghini e, dalle 20,30, “Ze Tafans”; ma ci sarà spazio anche per premiare i “Rastignanesi dell’anno”, godersi tante risate col cabaret del “Duo Torri” e farsi sorprendere dai premi offerti dai commercianti.

Per l’intera giornata, inoltre, sarà dato ampio spazio al divertimento dei più piccoli tra gonfiabili, maxi bolle di sapone, truccabimbi, i pony del Ranch El Paso, crescentine e crepes per tutti.
Insomma, una tre giorni che si conferma densa di appuntamenti adatti a ogni età e che, come ogni anno, punta a rendere ancora più vivace, attrattiva, coesa e inclusiva la comunità di Rastignano.

Comunicato stampa:

Sono anni che organizziamo questo Evento tutti insieme, oggi siamo alla settima edizione perchè abbiamo la consapevolezza di vivere questo luogo Pianoro, di cui Rastignano è la sua propensione  anzi l’aggancio verso la città,  sospeso fra Bologna ed i monti, fra leggende e storia, anche se purtroppo della storia di questo meraviglioso luogo poco ci è rimasto, e questa consapevolezza ci porta a difendere con le unghie e con i denti ogni angolo del suo territorio.

Siamo noi cittadini, che amiamo questo luogo, e che siamo consapevoli di vivere una comunità coesa fatta di residenti, commercianti, parrocchia, associazioni di volontariato, che presidiamo il territorio, che è il nostro bene comune, con i suoi percorsi, le sue prime colline, il suo fiume e il suo verde che ci affascina.

Siamo noi, tutti insieme, la forza di questa frazione, e questa forza determina una sana vita del luogo.

Siamo noi che ci premuriamo di renderlo vivibile con le feste e gli eventi, per noi e per il futuro dei nostri figli, perché amiamo  Rastignano dove  ci viviamo e ci lavoriamo.

Amare il proprio luogo e tutelarlo vuol dire essere cittadini attivi; vuol dire mettere a disposizione i propri saperi, la propria specificità.

E partendo  dal luogo parliamo dell’argomento che ci sta a cuore, il commercio, perché vorremmo ricordare a noi tutti che le città e paesi sono nati dal commercio, nel corso della storia le genti hanno dato l’avvio ai mercati semplicemente agli incroci delle strade e in generale lungo i fiumi.

Sono stati i commercianti e gli artigiani a costruire i paesi e le città, e questi non sono altro che luoghi di nascita degli scambi delle culture e delle merci.

Da sempre sosteniamo che le botteghe sono parte integrante del tessuto urbano, un collante per la comunità e quindi un insostituibile presidio del territorio, che svolge una funzione sociale utile ed anzi determinante per una sana vita dei luoghi in cui opera e che va aiutato a svolgere questa funzione.

Purtroppo la situazione che si è venuta a creare dal marzo 2020 con la totale chiusura delle attività di vicinato e successivamente  con le notevoli restrizioni che hanno portato ad un apri/chiudi continuo, se da un lato hanno frenato seppure parzialmente il proliferare del virus, dall’altro hanno messo letteralmente in ginocchio la piccola impresa commerciale del territorio che da sola e con scarsi sostegni ha dovuto fronteggiare la crisi più devastante del dopoguerra.

E ora con i venti di guerra,  l’e.commerce che si espande a vista d’occhio la crisi sta mordendo ancora di più.

Da questa consapevolezza è scaturita la necessità di essere operativi, di cercare momenti di aggregazione possibile non solo tra di noi, botteghe di vicinato, ma di rafforzare ancora di più il dialogo con le varie Associazioni di Volontariato presenti sul territorio e con l’Amministrazione Comunale di questo paese, che può e deve intervenire a favore del nostro settore, aiutando, pubblicizzando e sostenendo assieme a noi tutte le iniziative possibili per incrementare la disponibilità dei cittadini del territorio a spendere nelle botteghe sotto casa.

 Ne va non solo della nostra sopravvivenza ma anche di quella del paese che senza di noi sarebbe un luogo spento, insicuro senz’anima né storia.

E chi ci amministra credo abbia la consapevolezza che senza l’ascolto di noi cittadini il paese può subire un danno che riguarda l’intero contesto urbano.

Perché, come ho detto prima,  un luogo bello, fruibile e accogliente favorisce l’aggregazione, la solidarietà e lo scambio delle merci, delle idee e delle emozioni.

La forza del Commercio di vicinato è questa, che non trova paragoni né sostituti in nessun e.commerce, perché la sicurezza, la socialità  e la tutela dei luoghi del vivere  non si acquistano sul Web , né si moltiplicano con i like.

E che soprattutto noi sappiamo che da soli non si va da nessuna parte, che occorre fare rete in tutti i sensi, con le Associazioni di Volontariato, La Parrocchia, la Scuola, perché  solo presidiando e tutelando  il territorio,   solo facendo condivisione e comunità  potremmo permettere a questo luogo di  continuare a vivere inventandosi il futuro, dove ciascuno abbia la possibilità di  vivere la sua favola personale.


I giovani della parrocchia di Rastignano accompagneranno gli ex detenuti di Padre Marcello, cappellano alla Dozza, lungo alcune tappe della Via Mater Dei.

Il cammino diventerà motivo di riflessione della propria vita, anche per ritornare sulla "retta Via"... Mater Dei.

Questa è un percorso di circa 157 km che si sviluppa in sette tappe su crinali di media montagna e che collega la città di Bologna a nove comuni dell’Appennino Bolognese: Pianoro, Monterenzio, Loiano, Monghidoro, San Benedetto Val di Sambro, Castiglione dei Pepoli, Camugnano, Grizzana Morandi, Vergato e al Comune di Firenzuola, in territorio toscano.

"Dalla Città, con le sue mura e i monumenti medioevali tanto famosi nel mondo piano piano, camminando e sudando - racconta don Giulio Gallerani, parroco di Rastignano, prima tappa del percorso - potrete ritrovare quel contatto naturale con la terra, il vento, il sole, la pioggia che sono gli elementi casuali ma imprescindibili di un vero cammino.

Passo dopo passo, arrivati all’ultimo santuario, una volta ritornati alla Città, qualsiasi Città abitiate, tutto avrà un volto nuovo, perché saranno i vostri sguardi ad essere nuovi"

SULLA "RETTA" VIA MATER DEI
11 Maggio 2025
I giovani della parrocchia di Rastignano stanno accompagnando un gruppo di ex detenuti di Padre Marcello, cappellano alla Dozza, lungo le tappe della Via Mater Dei.
Il cammino diventerà motivo di riflessione della propria vita, anche per ritornare sulla "retta Via"... Mater Dei.
Nelle foto la seconda tappa da Rastignano, fino all'Altare Materpacis di Montecalvo, dove è stata celebrata la Messa, e poi lungo il crinale, nella Val di Zena, fino a Casa Karol al Santuario della Madonna del Monte delle Formiche.
La Via Mater Dei è un percorso di circa 157 km che si sviluppa in sette tappe su crinali di media montagna e che collega la città di Bologna a nove comuni dell’Appennino Bolognese: Pianoro, Monterenzio, Loiano, Monghidoro, San Benedetto Val di Sambro, Castiglione dei Pepoli, Camugnano, Grizzana Morandi, Vergato e al Comune di Firenzuola, in territorio toscano.
"Dalla Città, con le sue mura e i monumenti medioevali tanto famosi nel mondo piano piano, camminando e sudando - racconta don Giulio Gallerani, parroco di Rastignano, prima tappa del percorso - potrete ritrovare quel contatto naturale con la terra, il vento, il sole, la pioggia che sono gli elementi casuali ma imprescindibili di un vero cammino.
Passo dopo passo, arrivati all’ultimo santuario, una volta ritornati alla Città, qualsiasi Città abitiate, tutto avrà un volto nuovo, perché saranno i vostri sguardi ad essere nuovi".
DALLA DOZZA ALLA VIA MATER DEI - Terzo giorno
Continua la Via Mater Dei per un gruppo di detenuti della Dozza, che, in questi giorni, stanno percorrendo il cammino trekking dei santuari della Diocesi di Bologna, accompagnati dai ragazzi della Walking Valley di Rastignano e da don Marcello Mattè, Padre Dehoniano, Cappellano del carcere bolognese.
Con loro anche monsignor Stefano Ottani Vicario della Diocesi di Bologna.
Questo evento vuole ricordare a tutti noi i tanti uomini e donne che "attendono" una rinascita, una guarigione, ed una liberazione.
Quarto Giorno:

VIA MATER DEI CON I DETENUTI

Continua il trekking dei giovani della parrocchia di Rastignano insieme agli ex carcerati della Dozza, lungo la Via Mater Dei alla scoperta delle bellezze dell'Appennino bolognese e dei santuari della Diocesi.

"Diceva Victor Hugo 'Colui che apre la porta di una scuola, chiude una prigione' - racconta uno dei volontari che accompagna la comitiva di camminatori - stando insieme a queste meravigliose persone abbiamo capito che a loro è mancato qualcosa che li ha condotti poi sulla cattiva strada. Oggi sono persone veramente in gamba che hanno capito l'errore e cercano di recuperare il tempo perduto anche aiutando gli altri".

PELLEGRINI DI SPERANZA SULLA VIA MATER DEI.

ABBIAMO CHIESTO A PADRE MARCELLO, CAPPELLANO DELLA DOZZA, QUAL È IL SIGNIFICATO DI QUESTO PELLEGRINAGGIO CON EX CARCERATI, LUNGO LA VIA MATER DEI.

"Quando ha cominciato a prendere forma l’idea di un pellegrinaggio giubilare, al quale prendessero parte alcune persone detenute, avevo in mente principalmente due significati.

1) L’esperienza della reclusione può incoraggiare esiti opposti: può spegnere ogni speranza, tentazione dantesca che ti sorprende già all’ingresso di questo luogo disperante; può spingerti a rinunciare a coltivare aspettative di futuro per risparmiarti il peso della delusione; può alimentare la rassegnazione e la disillusione nel vedere tanti che escono e poi rientrano o nel dubitare che serva a qualcosa mostrarsi “compliante” di fronte alle proposte rieducative del carcere perché dopo tanto tempo e tanta fatica sembra non cambiare niente per te. Oppure può spingerti ad aggrapparti ad ogni speranza, anche la più tenue, come ogni piccola bolla d’aria per chi sta per annegare. Il carcere ti fa diplomare in attesa e speranza, se lo sai affrontare con lo spirito adeguato.

Accettare l’invito a farsi pellegrini di speranza nel giubileo dell’anno santo vuole rispondere a questo bisogno di speranza, sapendo che la risposta è laboriosa, è un cammino con le sue salite e le discese, ma promette una meta. Nella convinzione che camminando insieme il cammino è più accettabile e il suo esito più incoraggiante.

2) Abbiamo proposto la Via Mater Dei non solo per invocare al nostro fianco la Madre della speranza, Santa Maria del cammino, come cantiamo spesso, ma soprattutto perché pregare Maria Madre di Dio e percorrere con lei il nostro cammino di fede e di speranza significa per noi conoscerla anche come Madre nostra. E questo ci aiuta ad alimentare in noi la consapevolezza della nostra dignità di figli.

L’esperienza del carcere può essere molto umiliante. Talvolta sembra che tutto congiuri nel voler farti credere che non vali niente, che non meriti niente, che non hai diritto a niente. Invocare Maria Madre di Dio significa per noi chiedere che sia nostra “avvocata” nel custodire la nostra dignità, perché nessuna esperienza, per quanto deprimente se non disumana, spenga in noi il senso della nostra realtà di figli di Dio.

Ci è stato di grande conforto avere come nostro compagno di viaggio il vicario don Stefano Ottani perché grazie a lui abbiamo sentito vicino anche il nostro vescovo. E la sollecitudine commovente che abbiamo trovato presso le comunità e i loro pastori, che ci hanno ospitato con grande cordialità e generosità. Tiene viva in noi la speranza sapere di poter contare su una sollecitudine tanto mariana e cristiana"

 

QUINTO GIORNO
Si sta concludendo la Via Mater Dei, percorsa dai ragazzi della parrocchia di Rastignano insieme ai carcerati ed a Padre Marcello, cappellano della Dozza.

(DI CHIARA U NGUENDOLI E LUCA TENTORI - AVVENIRE del 11 Maggio 2025)

 «La Chiesa di Bologna si unisce all’arcivescovo cardinale Matteo Zuppi, impegnato nei giorni scorsi a Roma per il Conclave, nella gratitudine e nella preghiera a Dio per l’elezione a Successore di Pietro del cardinale Robert Francis Prevost, con il nome di Leone XIV.
Le campane della Cattedrale di Bologna e delle chiese dell’Arcidiocesi hanno suonato a festa dopo la “fumata bianca” che ha annunciato l’elezione del nuovo Papa».

Così si è espressa l’Arcidiocesi in un comunicato inviato dall’Ufficio Stampa giovedì 8 maggio, poco dopo l’annuncio e le prima parole del nuovo Pontefice dalla Loggia della Basilica di San Pietro in Vaticano, aggiungendo che «nelle chiese della Diocesi si pregherà per il nuovo Papa».

Oggi alle 17.30 in Cattedrale ci sarà la Messa di Ringraziamento per l’elezione del nuovo Papa, presieduta dal Cardinale Arcivescovo, a cui è invitata a partecipare tutta la Chiesa e la città di Bologna.
La celebrazione sarà anche in diretta streaming sul sito www.chiesadibologna. it e sul canale YouTube di 12Porte. Il cardinale Zuppi, che in questi giorni ha partecipato alle Congregazioni dei Cardinali, al Conclave e agli altri eventi e incontri con il Papa, invitando alla preghiera e al ringraziamento ha affermato: «Siamo contenti e ringraziamo il Signore per il dono del nuovo Papa, per il dono della grande bellezza della Chiesa che è emersa davanti agli occhi del mondo, che abbiamo vissuto e di cui abbiamo fatto esperienza anche in questi giorni».

Il 14 maggio 2023 l’allora monsignor Robert Francis Prevost, Prefetto del Dicastero per i Vescovi, ha presieduto la Messa in Cattedrale a Bologna in occasione della discesa della Madonna di San Luca in città».
«A Lei lo affidiamo con gioia e fiducia» affermano i vicari generali monsignor Stefano Ottani e monsignor Giovanni Silvagni:.

La Presidenza della Conferenza episcopale italiana, guidata dal cardinale Zuppi, ha inviato un messaggio al nuovo Papa: «Beatissimo Padre, esprimiamo i sentimenti di commozione e gioia delle Chiese in Italia nell’accogliere la notizia della Sua elezione al Soglio Pontificio. Insieme alle comunità ecclesiali eleviamo il canto di lode al Signore per il dono della Sua chiamata».

«Accogliamo il Suo invito - prosegue la lettera - a “essere una Chiesa missionaria, che costruisce i ponti, il dialogo, sempre aperta a ricevere tutti, tutti coloro che hanno bisogno della nostra carità, la nostra presenza, il dialogo e l’amore”.

La nostra Conferenza episcopale è unita in modo speciale a Lei, a motivo del Suo ruolo del tutto unico di Vescovo di Roma e Primate d’Italia. Siamo grati di poter esercitare la collegialità episcopale sotto la Sua guida paterna. Le comunità ecclesiali si rallegrano con noi stringendosi intorno a colui che custodisce l’unità nella carità».

I Vescovi della Conferenza episcopale dell’Emilia-Romagna (Ceer), presieduta da monsignor Giacomo Morandi, vescovo di Reggio Emilia-Guastalla «si uniscono - affermano in un comunicato - alla gioia dei fedeli delle loro Diocesi ed esprimono vicinanza, unendosi alla preghiera della Chiesa Universale, al nuovo Successore di Pietro.
In tutte le Diocesi della regione le campane delle chiese hanno accolto la “fumata bianca” suonando a distesa».

«I Vescovi della Ceer - proseguono - hanno invitato le comunità delle loro Diocesi ad unirsi in preghiera per il nuovo Papa perché lo Spirito Santo lo guidi, lo sostenga e lo illumini nel suo ministero al servizio della Chiesa e dell’intera famiglia umana e affidano il nuovo Papa alla materna intercessione della Madonna, venerata con diversi titoli mariani nelle Diocesi, e alla protezione dei Santi patroni delle Chiese della regione.

Nelle chiese dell’Emilia-Romagna si pregherà per il nuovo Papa e nelle Diocesi ci sarà una Messa di Ringraziamento».

Il Consiglio delle Chiese cristiane di Bologna scrive che: «appresa la notizia della elezione del nuovo vescovo di Roma, Papa Leone XIV, desidera esprimere la propria gioiosa vicinanza ai fratelli in Cristo della Chiesa cattolica romana per questo lieto e importante evento.

Consapevole che il cammino intrapreso dalle Chiese cristiane verso l’unità visibile è irrevocabile e promosso dal Santo Spirito, il Consiglio esprime il vivo auspicio che il successore di papa Francesco, chiamato ad essere ‘Servus servorum Dei’, prosegua con continuità l’impegno ecumenico arricchendolo anche di nuovi impulsi»

Il sindaco di Bologna Matteo Lepore ha scritto un post su Facebook citando la frase del primo discorso di Papa Leone XIV: «Aiutateci anche voi, gli uni gli altri, a costruire ponti, con il dialogo, con l’incontro, unendoci tutti per essere un solo popolo sempre in pace. Una pace disarmata e disarmante, umile e perseverante ».

«Con questo messaggio così importante per l’umanità intera accogliamo il nuovo Papa Leone XIV - commenta Lepore -. Da Bologna auguriamo al nuovo Pontefice un cammino di pace e di speranza per affrontare le grandi sfide del nostro tempo».
La stessa frase viene citata anche, sempre su Facebook, dal presidente della Regione Emilia-Romagna Michele De Pascale, con la breve chiosa: «Habemus Papam. Papa
 Leone XIV». 

Yassine Lafram, presidente dell’Unione delle Comunità islamiche in Italia, a loro nome scrive: «Esprimo le più sentite congratulazioni a Sua Santità Papa Leone XIV per la sua elezione. Le sue prime parole – “La pace sia con tutti voi” – ci hanno profondamente colpito e commosso.

Questo saluto corrisponde esattamente al saluto quotidiano fra musulmani, “As-salamu alaykum” – “La pace sia su di voi”.

È un segno, un auspicio, un ponte».
A Roma, durante la permanenza del cardinale Zuppi in occasione del Conclave, erano presenti anche il segretario don Sebastiano Tori e, accreditato nella Sala Stampa Vaticana, il direttore dell’Ufficio Comunicazioni sociali dell’Arcidiocesi e della Ceer Alessandro Rondoni.

Alla «fumata bianca» che ha annunciato l’elezione del nuovo Pontefice le campane hanno suonato a distesa Oggi alle 17.30 in Cattedrale la Messa di ringraziamento presieduta dal cardinale Zuppi, che invita a gioire e a pregare

(Foto: Papa Leone XIV, Robert Francis Prevost, saluta la folla dalla Loggia della Basilica di San Pietro in Vaticano )

(Dal Quotidiano "Avvenire")

Prevost e l’omelia per la Madonna di San Luca

Il 14 maggio 2023 l’allora monsignor Robert Francis Prevost, prefetto del Dicastero per i Vescovi, ha presieduto una Messa nella Cattedrale di Bologna in occasione della discesa in città della Madonna di San Luca. Il giorno prima, monsignor Prevost aveva assistito all’arrivo in Cattedrale dell’Immagine della Vergine di San Luca e aveva partecipato, in serata, alla Veglia dei Giovani. All’inizio della celebrazione eucaristica del 14, il cardinale Zuppi gli rivolse un caloroso saluto, ringraziandolo «tantissimo della sua disponibilità ad aiutarci oggi in questa festa così importante per tutta la Chiesa di Bologna » e ricordando la sua biografia e i suoi incarichi.

Nell’omelia monsignor Prevost ha ringraziato a sua volta «la generosità di Sua Eminenza che mi ha detto: “Venga a Bologna”, e sono davvero contento e ringrazio tutti voi di permettermi di celebrare con voi questa bellissima festa». Ha poi ricordato la Festa della Mamma che si celebrava il giorno stesso e ha chiesto di ricordare e ringraziare tutte le mamme. «La mamma di tutti noi è la Vergine Maria - ha detto - e in questa settimana, anche qui a Bologna, riconosciamo che Maria ci ha visitati. È davvero una festa bellissima: cerchiamo tutti di viverla con devozione e fede».

Ha quindi commentato la liturgia del giorno, solennità di Pentecoste, e ha par- dell’opera dello Spirito Santo che Gesù promette agli Apostoli dicendo: «Non vi lascerò soli». «È un’icona evangelica - ha detto - che ci dà molto conforto. Ogni forma di abbandono affettivo può farci comprendere cosa significa avere qualcuno che ci fa compagnia e quando questo qualcuno ha la Q maiuscola, diventa ancora più confortante ». E ha fatto l’esempio della solitudine dei malati di Covid e del conforto loro offerto da medici e personale sanitario. «Pensiamo allora - ha affermato - a Gesù, vicino a tutti i nostri dolori, alle nostre incertezze, delusioni e che ci raccomanda di non avere paura di fronte alla sua assenza fisica perché ci manderà lo Spirito Paraclito, lo Spirito Consolatore». Poi ha paragonato lo Spirito a due fondamentali funzioni del nostro corpo: il respiro e il battito cardiaco. «Il respiro e il battito del cuore - detto - sono forse l’immagine più bella di cosa sia lo Spirito Santo per tutti noi come cristiani, per la Chiesa e per ogni essere umano perché questo Spirito che Gesù ci ha promesso è il Consolatore ». «Ma il frutto più grande dello Spirito - ha concluso - è l’amore. Verifichiamo  che lo Spirito abita in noi se siamo persone che amano, persone che sanno accogliere i comandamenti di Gesù. Gesù ci ha manifestato il suo amore anche attraverso il dono di sua madre. Dirà Gesù sulla croce al discepolo: “Giovanni, ecco tua madre”. E da quel giorno l’ha presa in casa sua. Gesù ci presenta sua madre e ci chiede di tenerla a casa con noi. L’immagine che voi venerate qui a Bologna e per la quale avete tanta devozione si richiama proprio questo amore duplice. Da una parte il bambino che ci indica il volto della madre e dall’altra la madre che ci inlato dica e dona il figlio suo. Il miracolo più grande che Maria fa e può fare nella nostra vita è quello di non farci mai perdere la via della nostra salvezza che è il figlio suo Gesù. Adorate il Signore Cristo nei vostri cuori e così essere testimoni di questa presenza con dolcezza e rispetto. E chi più della Vergine Maria può insegnarci questa dolcezza? Se contemha pliamo la sua immagine non solo artistica, ma soprattutto quella che emerge dal Vangelo, attraverso il suo silenzio e la sua obbedienza, possiamo portare frutti per noi e per gli altri».

Il video e il testo integrale del saluto del cardinale Zuppi e dell’omelia di monsignor Prevost su www.chiesadibologna. it e sul canale Youtube di 12Porte.

Il 14 maggio 2023 l’allora prefetto del Dicastero per i Vescovi celebrò la Messa in Cattedrale davanti all’icona della Vergine

La Messa in Cattedrale presieduta dall’allora monsignor Prevost il 14 maggio 2023 (foto Minnicelli Bragaglia)

Beata Elena Guerra l’apostola dello Spirito Santo

«Se il clero coltivasse nelle anime la devozione allo Spirito
Santo, se il mondo si ravvivasse in questa devozione, un’ondata
di grazia potrebbe rinnovare i prodigi del Cenacolo di
Gerusalemme, nell’efficacia dell’apostolato tra gl’infedeli, gli
eretici, gli erranti!»

Quest’anno la Via Mater Dei vive una nuova vita. «Per volontà di papa Francesco, ogni santuario mariano diventa un luogo giubilare in cui ricevere l’indulgenza, il grande dono della Misericordia», spiega don Massimo Vacchetti della Diocesi di Bologna. «Ma il percorso è adatto a tutti, anche ai laici – aggiunge Barbara Franchi, sindaca di Lizzano in Belvedere – perché il cammino è un’occasione di riflessione e di introspezione, d’incontro di luoghi mistici».

Si parte dal cuore di Bologna, a pochi passi da Piazza Maggiore, con il Santuario di Santa Maria della Vita. Poi si sale su, al Santuario di San Luca, che dall’alto protegge tutta la città. E da lì il lungo viaggio attraverso i verdi paesaggi dell’Appennino bolognese. Sette tappe per un totale di 157 km sui crinali di media montagna, alla scoperta dei dieci santuari mariani e dei sentieri ripristinati dopo le alluvioni degli scorsi anni, che collegano la Turrita a Firenze.

La lunghezza del percorso e il dislivello possono spaventare i camminatori in erba, però, come sottolinea don Vacchetti, «si possono percorrere tutte le tappe in una settimana, ma anche fare solo un pezzo del tragitto, recandosi in uno dei luoghi santi».

L’occasione perfetta si presenta sabato 24 maggio mattina, quando si potrà partecipare all’escursione sull’anello del Santuario di Serra-Ripoli. Un percorso di solo sei chilometri, alla portata di tutti e collegato con il treno a Bologna.

In più, un appuntamento da non perdere per gli appassionati della vita all’aria aperta è lo Yunka Festival, organizzato dalla comunità dei Cammini d'Italia. Dal 31 maggio al 2 giugno, al Monte Bibele si terranno tre giorni all’insegna della condivisione della passione per l’outdoor. Da workshop per imparare a sopravvivere nei boschi, tra erbe spontanee e cibi essiccati, a sessioni di orientamento, da lezioni di tiro con l’arco e di slackline a sessioni di yoga, per connettersi con la natura e creare insieme ricordi indimenticabili.

Per un maggior approfondimento forniamo una lista di link che potrete visionare a vostro piacimento:


Arriva in parrocchia di Rastignano, l’immagine del Gesù Bambino di Praga (copia del Santuario di Arenzano).

L’incarnazione e l’infanzia di Gesù sono state raffigurate fin dai primi tempi della Chiesa.

Attraverso queste immagini i cristiani pregano il Figlio di Dio che si è fatto uomo per salvarci e ricordano, come un programma di vita, le sue parole: “Imparate da me che sono mite e umile di cuore… Se non diventerete come bambini non entrerete nel regno dei cieli” (Mt 11,29; 18,3).

L’amore per l’umanità di Gesù e la sua infanzia ha segnato la vita e la spiritualità di S. Teresa di Gesù (†1582) e S. Giovanni della Croce (†1591), che l’hanno trasmesso all’Ordine dei Carmelitani Scalzi da loro fondato.

Santa Teresa portava sempre nei monasteri che fondava qualche graziosa statua di Gesù Bambino, riccamente ornata, come era gusto dell’epoca barocca.

Tra le innumerevoli testimonianze di questa venerazione, la più celebre è la statua di Gesù Bambino di Praga, donata ai Carmelitani di quella città nel 1628 dalla principessa Polissena Lobkowitz. Essa raffigura Gesù Bambino in abiti regali e con le insegne da sovrano, nell’atto di benedire, sottolineando, insieme alla vera umanità di Cristo, anche la sua divinità.

La statua, tuttora conservata e venerata a Praga, viene dalla Spagna ed è molto simile a quelle appartenute a S. Teresa e S. Giovanni della Croce.

Davanti a questa immagine un numero sempre crescente di persone ha elevato le sue preghiere ricevendo conforto, grazie e miracoli, ed essa si è rapidamente diffusa in tutto il mondo, soprattutto ad opera dei Carmelitani Scalzi.

Grande apostolo di questa devozione è stato il ven. P. Cirillo della Madre di Dio (†1675), a cui Gesù Bambino promise nel 1637: “Quanto più voi mi onorerete, tanto più io vi favorirò”.

La statua del Piccolo Re fu venerata da S. Teresa di Lisieux (†1897), maestra dell’“infanzia spirituale”, e da S. Teresa Benedetta della Croce (Edith Stein) (†1942), che si recò pellegrina a Praga, scrivendo bellissime pagine sulla regalità del Dio Bambino.

Il culto a Gesù Bambino giunse ad Arenzano nel 1900, grazie a un piccolo quadro esposto dai Carmelitani nella loro chiesetta. Questo semplice atto di pietà dette avvio a uno straordinario movimento di devozione, accompagnato da grazie e miracoli. Nel 1902 il quadretto fu sostituito da una statua simile a quella di Praga.

L’afflusso crescente dei devoti motivò la costruzione del Santuario – primo nel mondo a lui dedicato – iniziato nel 1904 e inaugurato nel 1908. Nel 1924 la statua veniva solennemente incoronata dal Card. Raffaele Merry del Val, inviato dal papa Pio XI, che nel 1928 insigniva il Santuario del titolo di Basilica.

Nel 1951, per volere del superiore provinciale, P. Anastasio Ballestrero (divenuto poi superiore generale dei Carmelitani, Arcivescovo di Bari e di Torino, Cardinale e presidente della CEI) venne aperto il Seminario di Gesù Bambino, che ancora oggi accoglie ragazzi delle scuole medie e superiori in preparazione al sacerdozio e alla vita consacrata.

Negli anni ‘60 la Basilica è stata ampliata con la creazione dei transetti, e arricchita con le maioliche di A. Biancini, le statue di G. Galletti e il presepe permanente in ceramica di E. Salino. Dal 1971 è attivo il centro di animazione missionaria in collegamento con la Rep. Centrafricana. Oggi il Santuario è fra i primi della Liguria per numero di pellegrini che giungono da tutta Italia e dall’estero.