Category Archives: Parrocchia San Giacomo di Pianoro vecchio

(Da “Bologna Sette –  Inserto domenicale di AVVENIRE – art. di DI LUCA TENTORI)

Si sono svolti ieri mattina a Roma i funerali di Papa Francesco.
Tra i concelebranti anche il nostro arcivescovo, cardinale Matteo Zuppi.
Un gruppo di Bolognesi è partito nella notte per partecipare alla liturgia in Piazza San Pietro.
Appena appresa la notizia della morte del Papa, lunedì scorso, il Cardinale e la Chiesa di Bologna hanno espresso cordoglio e si sono stretti nella preghiera di suffragio in comunione con la Chiesa universale.
Nel pomeriggio di lunedì, in una Cattedrale gremita, l’Arcivescovo ha presieduto la Messa di suffragio. Dal campanile della Cattedrale è stato dato l’annuncio funebre con i 99 rintocchi della campana grossa.

«Ora è tempo di silenzio e di preghiera – aveva detto l’Arcivescovo – e ringraziamo Dio per il dono di Papa Francesco, per il suo servizio instancabile in questi anni e per la sua testimonianza, fino all’ultimo, di fede e speranza.

Con i suoi gesti e la sua parola ci ha aiutato a camminare, ad uscire, ad andare nelle periferie, anche esistenziali, ad incontrare tutte le persone ricordando che siamo “Fratelli tutti”.
Il mondo piange, ora è tempo di silenzio e di preghiera, di ringraziamento per il suo servizio, per quell’immagine che ci accompagnerà nel piangere di gioia per la Resurrezione e poi nel suo darsi fino alla fine.
È stato anche ieri in mezzo alla folla come a salutare, e proprio oggi è il giorno dell’Angelo, il giorno della pienezza, della fede, della vita che vince la morte.

L’ha testimoniata davvero anche con la sua fragilità. Accompagniamo con tanta partecipazione questo padre che ha aiutato tutti, non soltanto la Chiesa Cattolica, tutti i cristiani, e i Fratelli tutti: è stata la sua grande prospettiva, con cui lui ha camminato, che ha aiutato a camminare e a dare speranza, la speranza che non delude.
Ricordiamo con affetto e riconoscenza Papa Francesco anche per la sua visita a Bologna il 1° ottobre 2017».

In un videomessaggio diffuso dal-la Conferenza episcopale italiana il cardinale Zuppi, Presidente della Cei, aveva aggiunto: «Papa Francesco ha amato fino alla fine.
Quel suo giro con la macchina, per salutare tutti e farsi salutare da tutti, è il gesto di un Papa che non si è mai risparmiato.
Si è avvicinato alle persone perché voleva comunicare a tutti l’amore di Dio per l’umanità concreta, così come è, senza filtri, senza ipocrisie, coinvolgendo tutti.

Creando qualche malumore in chi ha paura, in chi preferisce guardare da lontano, in chi non vuole sentire – come diceva lui – il famoso “odore delle pecore” che dà anche un po’ fastidio, ma è proprio quello di cui il buon Pastore profuma.
C’è tanta sofferenza per la perdita di una persona così cara, e così cara a tutti, che ha saputo unire tanti uomini e donne, anche con sensibilità diverse, che però si sono sentiti vicini – e si sentono vicini – e compresi, proprio per l’attenzione alla persona e a Dio.

Ecco, è la sua Pasqua.
Ci aiuta a capire qual è la
 forza dell’amore, che in Gesù vince il male della morte, e ci aiuta a guardare con speranza, con fiducia, anche questo passaggio così doloroso per tutti». 

L’Arcivescovo ha invitato tutte le parrocchie, le comunità, le chiese della Diocesi a fissare nei prossimi giorni una celebrazione solenne di suffragio per Papa Francesco.
Lo hanno reso noto i Vicari generali monsignor Stefano Ottani e monsignor Giovanni Silvagni, con una comunicazione alla Diocesi, martedì scorso, in cui hanno trasmesso anche le indicazioni ricevute
dalla Cei per la preghiera liturgica di questi giorni per Papa Francesco, oltre al sussidio di preghiera utilizzato al termine della Messa di suffragio di lunedì scorso in Cattedrale.

Sono stati rinviati gli appuntamenti dei prossimi giorni a Bologna dell’Arcivescovo, compresa la Visita pastorale alla Zona di Castel San Pietro Terme – Castel Guelfo. 

«La Chiesa di Bologna – afferma monsignor Stefano Ottani, Vicario generale per la Sinodalità – vive con particolare intensità questi grandi giorni unita al suo Arcivescovo che è personalmente coinvolto come Cardinale, come presidente della Cei e come pastore e nostro Arcivescovo.

E, in questo momento, vorremmo davvero assicurare la preghiera e la vicinanza affettuosa di tutti i fedeli. Comprensibilmente sono stati rinviati gli impegni delle prossime settimane a Bologna del nostro Arcivescovo.

Oggi, inoltre, è stata inviata a tutte le comunità cristiane della Diocesi una notificazione che invita alla preghiera in suffragio di Papa Francesco.
Le indicazioni date sono per promuovere, da parte di ogni comunità cristiana, un momento di preghiera che può essere la Messa, la recita del Rosario, o anche riproporre quel momento così intenso e partecipato che ha concluso la Messa in Cattedrale.

In questo modo tutta la Chiesa bolognese si unisce e si stringe nella preghiera e nella speranza».
«Sono giorni molto particolari – dice monsignor
 Giovanni Silvagni, Vicario generale per l’Amministrazione – si vive la partenza del Papa come un lutto di famiglia, si avverte il senso della sua paternità e quindi anche il peso della sua assenza.

Molte persone scrivono e si scambiano condoglianze, a vicenda, ed esprimono il dolore, la partecipazione.
Anche a me e anche a noi arrivano tante espressioni di cordoglio, di gratitudine, di vicinanza in questo momento e quindi si avverte anche la grazia di una grande comunione con tutti, fratelli nella fede, fratelli non cattolici, fratelli di altre fedi o di altre impostazioni di vita.

Questa è una grazia che accompagna questo momento e permette anche di rendere onore al Papa nel modo migliore».

Mercoledì mattina il cardinale Zuppi ha partecipato alla traslazione della salma del Papa nella basilica Vaticana e nel pomeriggio ha presieduto, insieme a una delegazione della Cei, la Messa in suffragio del Papa in San Pietro all’altare della Cattedra. 

La preghiera e il cordoglio dell’arcivescovo e della Chiesa di Bologna per la morte del Pontefice Lunedì scorso in Cattedrale la Messa di suffragio presieduta dal cardinale Zuppi

Gruppo di Rastignano

Gruppo delle parrocchie di Pianoro

 

Dal 25 al 27 aprile 2025 i nostri adolescenti di Pianoro e di Rastignano stanno vivendo il Giubileo degli Adolescenti insieme ai giovani di tutto il mondo.

Il pellegrinaggio giubilare, la compagnia degli amici del gruppo, il respiro della Chiesa universale, sono alcuni degli ingredienti dei giorni che vivono assieme.

Il Giubileo a Roma sarà una parte del cammino. L'esperienza giubilare, infatti, è iniziata con il coinvolgimento, l'approfondimento, la preghiera prima della partenza a livello parrocchiale e Diocesano, nelle proposte delle Associazioni, dei Movimenti e degli Istituti di vita religiosa.

Continuerà poi, una volta tornati a casa, con un momento di verifica e festa e con il racconto di ciascuno nel quotidiano.

Questo tempo di Grazia è un'occasione perché la misericordia di Dio e l'esperienza di Chiesa come popolo in cammino possa portare luce nelle scelte di tuti i giorni sia dei ragazzi e delle ragazze che vivranno questa esperienza, sia dei loro educatori e delle comunità che li accompagneranno.

LINK  collegamento all'album online con tutte le foto dell'evento del gruppo delle parrocchie di Rastignano
LINK  collegamento all'album online con tutte le foto dell'evento del gruppo delle parrocchie di Pianoro

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Pasqua di Resurrezione

CERCARE IL VIVENTE

Le riflessioni di Papa Francesco

“Con Gesù possiamo compiere anche noi la Pasqua, cioè il passaggio: passaggio dalla chiusura alla comunione, dalla desolazione alla consolazione, dalla paura alla fiducia.

Pubblichiamo alcuni ricordi di Giovanni Dalmastri, che sono stati raccontati ieri sera, durante la Stazione Quaresimale, di Pianoro Nuovo.
“Scrivere di Giovanni mi sembra innanzitutto una contraddizione, perché lo sento sempre vicino, non lo percepisco distante o non più presente, credo con un pizzico di superbia che questo sentimento accomuni tanti di noi… è ancora qua, nel profondo dei nostri cuori.
Quindi è difficile condividerlo come un ricordo, questa semplice affermazione mi spiazza proprio perché affonda le radici nella parte di me che custodisce il bello di questa vita, dove Giovanni sta tranquillo e beato.
Parliamo quindi di qualcosa che non può essere definito solo “un ricordo”.
Poi di ricordi ne possiamo condividere una infinità, si parlava di calcio (Giò, ma questo Bologna!!!) di musica, di libri, di politica, di qualsiasi argomento, sempre con intelligenza, moderazione e carità.

Un aneddoto comunque lo condivido volentieri: durante la messa del funerale, parlando di Giovanni, don Daniele disse che si firmava nei messaggi e su quel che scriveva “Gio, il tumorato di Dio”, io stavo già piangendo da un pezzo e senza alcun ritegno, ma in quel momento ho pensato: – Ma che somaro! – e mi si è aperto un gran sorriso tra le lacrime, perché era così, in ogni momento anche di estrema difficoltà sapeva prendersi cura di te per alleviare ogni tua fatica.

“Ciao Gio, mi è stato chiesto di dire qualche parola in tuo ricordo e così sono andato a riprendere cosa avevo scritto il giorno dopo che ci hai lasciato.
Quante volte mi sono estasiato a leggere le tue favole. Io non sono bravo come te ma qualcosa mi è uscito dal cuore.
Non voglio parlare del Giovanni marito, padre e compagno di una vita, perché non ne sarei degno (lascio a Marina e Giulia questo compito). Non voglio neppure parlare di te prima della malattia in quanto eri capacissimo di mostrare la tua personalità con l’esempio diretto che tutti potevano ammirare.
In una giornata come quella odierna dobbiamo ricordare la sofferenza e quindi voglio parlare di te nella malattia, quello che mi hai mostrato, insegnato e testimoniato anche negli ultimi anni e chi ha portato a chiamarti “il mio eroe, la roccia”.
Pochi giorni prima che ci lasciassi, guardavamo fuori dalla finestra della tua camera e ammiravamo il cielo blu e le nuvole che macchiavano l’orizzonte. Questo ci ha fatto ricordare il cielo dell’Africa e quanto fosse entrata nel nostro intimo quella esperienza. Mi ricordo ancora il tuo sguardo incantato ricordando le albe in Rwanda.
GIOVANNI E’ AFRICA
Ho ancora presente le tue parole e il tuo sguardo quando siamo andati a Barbarolo a parlare con i ragazzi che avrebbero fatto gli educatori ad Estate Ragazzi. Anche lo sguardo e il silenzio dei ragazzi che ti ascoltavano parlando di malattia e morte…. era da brividi. Ricordo un’esperienza analoga presso la parrocchia di Pianoro di qualche mese prima. Del resto quanto tempo hai dedicato ai bambini e adolescenti facendo catechismo e nei laboratori di musica con le scuole….
GIOVANNI E’ INFANZIA E ADOLESCENZA
Poco dopo che eri volato in cielo, ho riletto diversi messaggi che ci mandavamo quasi quotidianamente. Tra questi ho ritrovato un video che ho girato nel reparto di chirurgia dell’ospedale Sant’Orsola, dove eri ricoverato. C’eri tu che suonavi la chitarra cantando canzoni insieme agli altri degenti e al personale infermieristico del reparto. Anche questo era da brivido.
GIOVANNI E’ MUSICA
Domenica scorsa, fuori dalla finestra della tua camera, ti sei emozionato vedendo i leprotti passeggiare in giardino. Leggendo i messaggi trasmessi e le favole che scrivevi spesso non posso che pensare alla tua capacità di entrare in empatia con gli animali e con l’ambiente. Il tuo rapporto con Tobia è vero amore.
GIOVANNI E’ FANTASIA E AMORE
Ricordo la nostra escursione al santuario di La Verna. Anche se facevi già fatica a muoverti hai sopportato un lungo viaggio per poter pregare e meditare in questo luogo sacro. Ricordo i diversi libri sul tuo comodino che avevano come protagonista frate Francesco.
GIOVANNI E’ FEDE
Riguardando le foto nella galleria del pc ho visto l’escursione al santuario di Madonna dell’Acero e alle cascate del Dardagna. Il tuo sguardo verso il bosco, l’attenzione al rumore dell’acqua che cade sulle rocce, vederti assaporare l’odore del muschio sui tronchi a nord degli alberi e contemplare il panorama delle montagne che ci circondavano…. dimostravano il tuo amore verso la natura.
GIOVANNI E’ NATURA
Penso ancora le ‘cioccate’ che ti rivolgevo quando continuavi ad indignarti e subire emotivamente le varie ingiustizie del mondo e che percepivi guardando la televisione o leggendo il giornale. Io cercavo di distrarti con battute e invitandoti a letture la cui più impegnativa era “topolino”. Mi mancheranno i nostri ‘ciacarini’ (come li chiamavi tu).
GIOVANNI E’ EMPATIA
Tu stavi lottando con un male incurabile che ti stava rendendo la vita durissima e sapevi che ti avrebbe portato alla morte (si lo sapevi benissimo e me lo hai più volte detto) ma quando mi sono rotto il ginocchio eri sempre pronto ad informarti sul mio stato di salute, preoccupandoti più per me che per te stesso.
GIOVANNI E’ VERA AMICIZIA
Chi sta leggendo starà criticando l’utilizzo del presente del verbo essere, pensando che ormai Giovanni non c’è più.
Niente di più sbagliato perche Gio continua a vivere:
– nello sguardo di Marina e Giulia;
– nella testimonianza dei bambini e bambine (anche africani) – ormai diventati adulti- che hanno avuto la fortuna di conoscerlo;
– nella testimonianza dei bambini, adesso adulti, che lo hanno avuto come catechista;
– nelle favole che ha scritto;
– nella musica che ha registrato con le bellissime canzoni che ha scritto;
– nel ricordo degli amici che hanno avuto l’onore di conoscerlo;
– nell’esempio di virtù, onestà e bellezza che hai trasmesso a tutti quelli che ti hanno conosciuto
– e in tante altre bellissime cose che ci hai trasmesso.
E si Gio tu sei sicuramente lassù a vegliare su Marina, Giulia, Mattia e tanti altri. Beh! Se ne saremo degni, come hai scritto sulla tua epigrafe …. Ci vediamo dopo.
Pubblichiamo l’omelia di Don Daniele Busca, parroco di Pianoro, in occasione dei funerali di Giovanni Dalmastri – che è stato ricordato ieri sera durante la Stazione Quaresimale come esempio della “santità della porta accanto”.
“Così dice il Salmo appena proclamato: Fammi conoscere, Signore, le tue vie, insegnami i tuoi sentieri. Sei tu il Dio della mia salvezza.
Sì! È proprio vero! Abbiamo bisogno di Chi conosca il sentiero da percorrere, perché nel buio, nella fatica, nel disorientamento, nel vuoto, nell’incomprensione, nei tanti perché che non hanno risposta, abbiamo bisogno di una mano amica che ci guidi verso la salvezza. Un accompagnamento…
Quanto era chiara questa realtà in Giovanni. Ieri ho passato tutta la giornata a rileggere i suoi messaggi… non ho potuto fare a meno di riportarveli. Molti, forse li conoscete già. Avrà scritto anche a voi. Niente di più bello che condividerli.
D’altronde Giovanni mi ha confidato che Marina lo chiamava… mezzo prete… Bèh! Dai suoi messaggi e dalle sue parole è nata questa Omelia…
Così mi scrisse diversi anni fa:
Tutto iniziò con Crudelia Sarcom che venne a trovarmi e si trovò bene assai, piantò le tende e anche i bonsai…
Un cancro un po’ Magnone che si mangiò parte del tortone, ed io rimasi senza; imparai a fare astinenza e feci come san Francesco a godere del vento fresco, di concerti mattutini di giovani uccellini, del silenzio della notte che mi portava verso nuove rotte, poi alla fine sentii cori festanti, voci cantanti, gentili mendicanti, fratelli, del mondo, amanti. Erano gli Oranti miei futuri amici, voci principali, fini commedianti, in questa nostra strana vita, da vivere insieme, unita…
… Ora che questo cancro ce l’ho, non mi butto sotto il treno, non mi sparo un colpo in testa, ma cerco solo di andare avanti con i miei Amici Oranti…
Non mi lamento… san Francesco docet…
Ciao Oranti che camminate con me, che Gesù sia sempre la nostra guida.
La Parola di Dio, che è stata proclamata, ci prende per mano e ci accompagna anche oggi.
Noi siamo qui per salutare Giovanni, per ringraziarlo, per pregare per lui, ma anche per farci ancora prendere per mano da Dio affinchè continui a guidarci per le sue vie. Ne abbiamo bisogno, soprattutto per non disperdere il grande bene che Giovanni ci ha testimoniato e consegnato. Che grande testimonianza!!!
Sono certo che questo accompagnamento per Giovanni è ciò che lo ha sostenuto in questi anni.
Mi permetto di pensare che La Parola di Dio di oggi è la Parola con la quale il Signore ci dice chi è stato e chi è Giovanni.
Così abbiamo ascoltato nella prima lettura:
Figlio mio, ricordati di Gesù Cristo, risorto dai morti, … per il quale soffro. Questa parola è degna di fede:
Se moriamo con lui, con lui anche vivremo;
se perseveriamo, con lui anche regneremo;
Richiama alla memoria queste cose, scongiurando davanti a Dio che si evitino le vane discussioni, le quali non giovano a nulla se non alla rovina di chi le ascolta. Sforzati di presentarti a Dio come una persona degna, un lavoratore che non deve vergognarsi e che dispensa rettamente la parola della verità.
Quanto ho sentita vera questa Parola per Giovanni. Ma non è lui? Giovanni ha testimoniato con la sua vita questa Parola.
Ascoltate questo canto che ha composto (spero si possa ascoltare bene):…
La mia favola africana, Il Sogno di Kivu, racconta di un grande viaggio che alla fine dura un solo giorno, come quello della farfalla… Io non vivo di sogni, ma ci credo perché alla fine non raccontano bugie ma le loro storie.
Quante cose diventano chiare quando si è un po’ malati; bello fermarsi a pensare e a sognare.
Ora, se io fossi capace di leggere nelle nuvole prima che cambino forma, potrei dedurre che lassù qualcuno mi ama…..vedi caro amico che ieri hai trovato un’ora per stare con me, così al volo, stamattina ho chiesto a Gesù di darmi la forza di stringere i denti e accettare tutto, anche la morte, col sorriso sulle labbra. Vorrei essere un bambino che sogna in grande, qualcosa che neanche lui ricorda al risveglio ma alla fine della giornata lo fa addormentare con la pace nel cuore e il sorriso sulle labbra……come un bambino appunto.
Gio il Tumorato di Dio
Tra le tante, tre parole sono entrate nella storia di Giovanni: AMORE, GIOIA, SPERANZA
Io e Marina abbiamo capito che la pazienza è esattamente come la speranza…abita in noi, in me in particolare.
A 22 anni sono andato in Africa a cercare Dio nei cinni sempre intorno a me, vuoi per la chitarra, vuoi perché era più importante stare con loro che mangiare. Un paio di mesi poi tre mesi e tutto era sempre come la prima volta. Non fai in tempo ad affezionarti che già devi tornare via… come è giusto che sia. Poi ti fermi un istante perché la morte ti chiama e capisci che la morte è un tassello di vita e tu ne fai parte, sei posto in un disegno più grande di te e hai paura di lasciare gli affetti e…senti le manine di una dolcissima bimba che ti dice tughende, andiamo, fino al parco dove fanno il saluto ai loro piccoli amici che non ce l’hanno fatta, e lei ti ripete komera komera Coraggio…..e non hai più paura anzi, sorridi alla vita come a sorella morte e senti di essere in un triangolo amico con tre Giovanni che fanno da bada alla tua fragilità umana, e su un monte, alto quanto basta per sorridere alle tue paure, accarezzare le nuvole parlando al cielo, c’è lei, una splendida figura materna, che tiene in braccio la bimba che prima ti teneva la mano, e insieme in un bellissimo canto a due voci ti quietano l’anima e rassicurano lo spirito.
Giovanni raccontava dei suoi dolori mettendo poesia, preghiera, canto… sorriso… Se prima mi sembrava di avere una macchina su di me, ora ha parcheggiato direttamente un Tank …..non mi piango addosso ma solo mi chiedo: Con tutto il posto che aveva, proprio sopra di me doveva parcheggiare?
Alle oncologhe: il ferro è dimezzato rispetto al poco che avevo… non è il caso che mi faccia un panino con la cancellata? Potrebbe aiutare… o sarebbe solo un bene per il mio dentista?
… oh, sono messo così! Tanto ho il cancro e posso dire quello che mi pare…
Marina dice che non sono mica normale…
Un giorno, in ospedale, ha intrattenuto malati e infermieri, con la chitarra!
Giovanni, un grande artista, uomo di preghiera, capace di cordialità con tutti, dai bimbi agli adulti, dai sani ai malati…
Sempre con la battuta anche nella sofferenza… che male, diceva… ma sorrideva…
Sì, vi confesso, un po’ egoisticamente, ma anche no, che ero convinto che guarisse, perché con tutti i suoi grandi e preziosi doni, poteva darmi una enorme mano nella pastorale!
Capace di stare con tutti: dai bimbi agli anziani, dai preti a chi in Chiesa non viene, ma sempre capace di trasmettere quel sorriso e quella serenità, quella capacità di comunione e di gioia interiore che solo chi coltiva la profonda relazione con Dio nel cuore è capace di trasmettere.
Sì, ero convinto della sua guarigione!
Non è andata come pensavo, Giovanni, ma ora la tua sofferenza è terminata e puoi goderti la gioia che ti spetta. Ma dal Cielo accompagnaci e sostienici, fa piovere grazie per le nostre comunità.
In compagnia è meglio… e se poi questa compagnia è anche quella del Cielo, ancora di più!
Così mi avevi scritto: Ognuno prega come riesce, ma se è in compagnia è meglio… ti chiedo di pregare con me…
Ma state ad ascoltare che grande testimonianza:
Sarà dura… ma si può fare. L’importante è non diventare astiosi, rancorosi, cattivi…
Non ho paura, ho un sano timore anche di Dio.
Una cosa certa è che le preghiere arrivano e mi aiutano.
Pero, ragazzi, che forza, quando sei lì che ti abbandoni che sai che c’è qualcuno che ti può aiutare se non sai nuotare, se non hai più fiato, se hai tanti mali, se hai tanti pensieri…
E da buon amante di san Francesco, una mattina si vide arrivare una capra che si è fatta accarezzare (aveva occhi buoni…), e la sera prima di morire, ha detto di avere visto dei leprotti, ha parlato di cavalli e, anche da buon africano nel cuore, ogni tanto si firmava: il Gorillino
Caro Giovanni, un abbraccio ed un saluto da tutti ragazzi del gruppo medie che ti hanno ascoltato e subito voluto bene!
Concludo con il suo saluto a tutti voi, a tutti noi…:
Attenzione, attenzione……… Vuuuuuuuuuuoooooooaaaassssstock……quello che vi ha appena colpito è una poderosa caccavella (strumento musicale) di baci mattutini, piena di fresca freschezza, buonissima bontà, odore di fiori di campo, … canti rasserenanti di uccellini canterini,
….il fruscio del vento, il calore dei primi raggi del sole, il fresco della rugiada sulla pelle, l’odore della terra umida e rilassante, il verso delle marmotte che vi sveglia dolcemente ….. più o meno, e ……il resto al prossimo risveglio ….dalla foresta del Paradiso dei musicanti questo è il vostro buongiorno con affetto Pro natura incontaminata dal piccolo gorillino IL TUMORATO DI DIO, perché aveva le ciglia così lunghe che alla mattina per srotolarle tutte e fare le trecce ci impiegava dai 20 ai 35 minuti…..ma alla fine ci riusciva….. Gio

Mi scuserete, ma non posso non riportare una sua preghiera per una donna che ha veramente amato tanto e che è stata una grande forza (insieme ad altre/i): A Dio chiedo di avere pazienza con Marina che è veramente una santa donna…

V Domenica di Quaresima

LA VIA DELLA MISERICORDIA

Le riflessioni di Papa Francesco

“Prendere coscienza che siamo peccatori e lasciar cadere dalle nostre mani le pietre della denigrazione e della condanna.”

IV Domenica di Quaresima

IL CUORE DI DIO

Le riflessioni di Papa Francesco

“Come il padre del Vangelo, anche Dio continua a considerarci suoi figli quando ci siamo smarriti, e ci viene incontro con tenerezza quando ritorniamo a Lui.”