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          Santuario della Madonna del Monte delle Formiche

lunedì 6 ottobre 2025

Lunedì 6 ottobre 2025 si è svolto l’incontro dei rettori dei santuari dell’Emilia-Romagna presso il santuario della Madonna del Monte delle Formiche, parrocchia di S. Maria di Zena, nella diocesi di Bologna, sull’Appennino, con una splendida vista dei colli e delle valli circostanti.
Eravamo una quindicina di partecipanti, tra cui, da segnalare, fra Nicola Zuin, dei frati minori conventuali, nuovo rettore del santuario del SS. Crocifisso di Longiano, con il quale anche la diocesi di Cesena-Sarsina, dopo diversi anni, torna ad essere presente ai nostri incontri regionali.
Alcuni rettori erano assenti per motivi pastorali.
Ci ha accolti il rettore del santuario, don Giulio, che ci ha raccontato la particolarissima storia del santuario e del suo nome. Il luogo, infatti, da tempo immemorabile, è meta del viaggio di grandi sciami di formiche volanti, che partono dalla Germania (zona di Monaco di Baviera) e dalla Bulgaria e vengono ad accoppiarsi in volo in prossimità del campanile della chiesa.
Questo fenomeno esiste sin dall’antichità; infatti prima della chiesa c’era sul luogo un tempio pagano. La cosa interessante è che le formiche vengono intorno alla festa della Natività di Maria, che si celebra l’8 settembre e che è molto solennizzata in santuario (c’è infatti anche una breve processione nel bosco vicino alla chiesa con una copia dell’immagine della Madonna).
La tradizione cristiana ha dato al fatto naturale un’interpretazione spirituale e cristologica: infatti, subito dopo l’accoppiamento, i maschi muoiono, mentre le femmine, ormai gravide, volano di nuovo verso le loro terre di origine, dove deporranno le uova; così si è paragonato il fatto a Cristo, che dà la sua vita per la Chiesa morendo in croce per lei per renderla feconda di figli spirituali.
Le formiche maschio morte vengono raccolte e benedette e incartate in piccoli contenitori, e poi distribuite per devozione ai fedeli.
La chiesa purtroppo è stata completamente distrutta durante la seconda guerra mondiale (passava di lì, infatti, la linea gotica); si è salvato solo il campanile.
Anche l’immagine seicentesca della Madonna con il bambino si era salvata dai bombardamenti, ma è stata rubata negli anni settanta e mai più ritrovata; quella attualmente esposta in chiesa è una copia.
La chiesa, quindi, è stata ricostruita negli anni cinquanta del Novecento, con l’aspetto attuale, sobrio ma curato.
Abbiamo pregato la Madonna e poi abbiamo iniziato il nostro incontro, dedicato soprattutto a una condivisione fraterna sul tema del prossimo incontro nazionale dei rettori dei santuari, che si terrà a Torino a novembre di questo anno; il tema è il santuario come luogo di speranza e di consolazione.
Sono emerse tante belle pratiche pastorali e spirituali che noi stiamo svolgendo nei nostri santuari per aiutare le persone, soprattutto quelle in difficoltà, a trovare speranza e a sentire la consolazione di Dio.
Il coordinatore regionale don Fabio ci ha anche dato alcune informazioni sul sito nazionale del collegamento dei santuari e ci ha informato del giubileo della spiritualità mariana di sabato 11 e domenica 12 ottobre, nel quale confluisce anche il giubileo dei santuaristi e in occasione del quale il consiglio direttivo del Collegamento Nazionale Santuari consegnerà al papa, a nome di tutti i santuari italiani, l’offerta costituita con il contributo di coloro che hanno aderito all’iniziativa.
Si sono anche programmate le date e i luoghi dei prossimi incontri: l
unedì 23 febbraio 2026, presso il santuario della Beata Vergine del Castello in Fiorano (Modena); l
unedì 25 maggio 2026, in un santuario della Romagna, ancora da definire;
lunedì 28 settembre 2026, presso il santuario del SS. Crocifisso di Longiano (Forlì-Cesena),
incontro nel quale si terrà l’elezione del nuovo responsabile regionale del coordinamento dei santuari.
Come sempre, all’incontro ha fatto seguito un pranzo fraterno, assai gradito, a base di tortelloni e di salume con crescentine cucinate dalle signore volontarie del santuario.
E, dopo il pranzo, abbiamo fatto una camminata nel bosco intorno al santuario, percorrendo il medesimo sentiero che percorre la processione il giorno della festa mariana.
Infine ciascuno di noi è tornato presso il suo santuario di origine, sicuramente arricchito dalla fraternità vissuta insieme, dalla preghiera, dalla splendida giornata di sole passata a contatto con la natura che ci parla della bellezza e dell’amore di Dio.
fra Michele Pari o.p.

Questa mattina suor Mariangela Cenacchi ha rinnovato i voti alla consacrazione delle Missionarie Diocesane, nel giorno della Beata Vergine Maria del Rosario.
Un sincero ringraziamento a Suor Mariangela per il prezioso servizio che svolge nelle nostre parrocchie e comunità di Pianoro.
Con il suo spirito di fraternità e comunione dona ogni giorno, tempo, ascolto e cordialità a tutti, rendendo il suo impegno un dono inestimabile per ciascuno di noi.
GRAZIE ❤


Al termine della presentazione del libro di Suor Maria Veronica,

don Giulio ha dato una GRANDE NOTIZIA:

"Dopo 700 anni, la parrocchia di Rastignano avrà una comunità di suore. Due sorelle Figlie di Madre Umilissima abiteranno qui con noi, nelle ex aule di catechismo della vecchia casa canonica. Gioia immensa per la nostra comunità"


Al via la presentazione del libro sugli scritti spirituali di Nonna Susanna, con prefazione del cardinal Matteo Zuppi e presentazione di padre Serafino Tognetti, per l’Editrice Ancilla.

Teresa Algranati era figlia di Cesare Algranati, che fu direttore di Avvenire dal 1902 al 1915 e fondatore di altre riviste cattoliche, oltre che autore di moltissimi articoli su svariate testate giornalistiche. Per molti anni aiutò il padre nel ramo del giornalismo.

All’età di vent’anni sentì la chiamata del Signore a formare e organizzare gruppetti di donne che si proponevano di aiutare i sacerdoti nelle loro necessità materiali e spirituali.

Fondò così nel 1946, a Bologna, l’Opera della Riconoscenza, approvata dal Cardinale Nasalli Rocca: una comunità di giovani consacrate, dette Veroniche (ora Figlie di Madre Umilissima), che lavoravano e pregavano per sostenere i sacerdoti nella loro missione a servizio delle anime.

Teresa prese il nome di suor Maria Veronica, ma sul settimanale ‘Vita femminile’ di cui era direttrice e sul quale scriveva novelle, romanzi e curava una rubrica, si firmava ‘Nonna Susanna’, titolo che è rimasto il più noto e familiare per chi l’ha conosciuta e amata.

Questo libro è nato da alcuni suoi fogli dattiloscritti rimasti in un cassetto per anni. In essi suor Maria Veronica svela alcune sue esperienze spirituali straordinarie.


"Carissimo don Matteo, grazie di essere qui - ha detto don Giulio ad inizio della Santa Messa celebrata dal Vescovo Matteo Zuppi - per conferire il sacramento della Cresima e quindi lo Spirito Santo a 54 bambini del 2014 di Rastignano, Carteria di Sesto, Montecalvo e Monte delle Formiche".

"Diciamo grazie al Signore che organizza questa Festa per noi, perché è innamorato di tutti noi; chiediamo che lo Spirito scenda su di voi, sulle vostre famiglie e sulle vostre comunità - ha detto don Matteo - grazie anche a don Giulio che mette tanto impegno nella cura e nella pastorale di queste comunità.
Poi, prima di iniziare la Cresima, chiediamo perdono, ossia 'disarmiamoci per disarmare' gli altri. Chiediamo perdono per essere più leggeri, in quanto siamo solo pieni di Lui".

È BELLO ESSERE CRISTIANI.
È BELLO DONARE E REGALARE.

"Oggi impariamo a stare bene, ossia a stare insieme - ha detto don Matteo Zuppi durante l'omelia odierna a Rastignano, per le Cresime - impariamo sia dalla parola del Signore che ci parla, sia dal nutrimento dell'Eucarestia.
Anche se noi ci dimentichiamo di Lui, il Signore non si dimentica mai di noi, perché ci vuole bene, è un Padre.
Noi viviamo in questo luogo la presenza di Dio, che non abbiamo mai visto, ma che possiamo contemplare con gli occhi del cuore e dell'amore. Lo riconoscono dallo 'spezzare del pane'...
È bello essere cristiani. Lazzaro nel Vangelo odierno non faceva niente di male, ma non faceva neanche del bene.
Lui stesso non è contento di sé perché capiva che non faceva del bene.
Io sono contento se dono, se regalo, e se faccio del bene.
San Francesco era contento quando era povero e malato, perché non aveva niente ed aveva tutto, e tutti gli volevano bene.
Il Signore ci vuole bene perché non 'ci fa la lezione su come vivere'.
Ci vuole solo bene!
È importante essere cristiani in un mondo dove c'è tanta violenza.
Oggi ragazzi diventate veramente cristiani contro ogni forma di 'globalizzazione dell'indifferenza', come diceva papa Francesco.
Aiutate i malati nel momento della sofferenza. Andate a trovare gli anziani nelle case di riposo.
Fate loro una festa a sorpresa.
Perché lo facciamo?
Perché siamo cristiani e vogliamo bene agli altri".
TERMINATA LA SANTA MESSA
CON IL SACRAMENTO DELLA CRESIMA,
ALLA PRESENZA DEL CARDINALE MATTEO ZUPPI

LINK ALL'ALBUM ONLINE DI TUTTE LE FOTO DELL'EVENTO


Numerosa ed intensa la cerimonia che ha visto la deposizione delle ceneri nella Cripta di Montecalvo, una delle opere da lui realizzate durante il suo servizio alla comunità locale iniziato nel 2004.

Dopo la processione e la funzione che, assieme a don Giulio Gallerani, parroco di Rastignano, è stata officiata da don Roberto Mastacchi parroco di S. Giacomo fuori le mura dove per tanti anni don Lorenzo è stato parroco, e don Giorgio Della Gasperina che ora opera come celebrante nella parrocchia di S. Giovanni Battista e San Mamante.

Fra i tanti parrocchiani della due comunità, presente anche Simonetta Saliera, assessore pianorese e ed amica di don Lorenzo fin dal suo inizio del servizio alla comunità di Montecalvo.

Particolarmente commovente il momento della deposizione delle ceneri coordinato dall'accolito Stefano Magliozzi. Infatti assieme all'urna, su suggerimento della "Vittoria" che ha condiviso con don Lorenzo il servizio a Montecalvo, sono andate "il fazzoletto" ricevuto il giorno dell' Ordinazione ed il Crocefisso di legno della madre che teneva appeso sopra al suo letto.

Dal Padre misericordioso all’amministratore infedele

Il brano evangelico di questa domenica segue immediatamente le tre parabole della misericordia – la pecora smarrita, la moneta perduta e soprattutto il padre misericordioso – narrate nel capitolo 15 del Vangelo di Luca. A prima vista sembra un passaggio di discontinuità, ma in realtà il legame è più profondo di quanto appaia.

Anzitutto cambia l’interlocutore: prima Gesù si rivolgeva ai farisei che mormoravano, ora parla direttamente ai suoi discepoli. Inoltre, un filo nascosto unisce le due sezioni: sia il figlio prodigo sia l’amministratore infedele hanno sprecato i beni che erano stati loro affidati. Due uomini che sciupano ciò che ricevono, ma che alla fine sono costretti a fare i conti con la propria vita. Ed è proprio questo il cuore del messaggio: la parabola invita a fare i conti non con i numeri, ma con le scelte, a riconoscere che la vita è un’amministrazione e che, prima o poi, tutto ciò che ci è stato affidato sarà richiesto.

Tutto ci è stato affidato: la vita come gestione responsabile

Il centro della parabola non è la furbizia, né l’inganno: è la responsabilità. L’amministratore infedele non viene lodato per la disonestà, ma per aver colto la gravità del momento e aver reagito. Sa che non è padrone, ma amministratore. E si muove.

In questa luce, il Vangelo non parla solo di denaro: ci parla di tutto ciò che ci è stato affidato – il tempo, i beni, le relazioni, la vita stessa. Non possediamo nulla in modo assoluto, siamo custodi temporanei. E come ogni buon amministratore, dobbiamo essere pronti a rendere conto.

Il tempo: non è una risorsa infinita. Vivere da discepoli significa non sprecarlo nell’inerzia o nella superficialità, ma riconoscerlo come occasione preziosa per amare, servire, costruire. Non siamo chiamati a riempire l’agenda, ma a dare qualità al tempo.

I beni materiali: non sono né il fine né la garanzia della nostra sicurezza. Gesù non li condanna in sé, ma ci ricorda che vanno usati bene, con giustizia e generosità. La ricchezza è un mezzo, non un padrone.

Le relazioni: anche gli affetti, l’amicizia, la fiducia degli altri sono beni da amministrare. Non vanno né manipolati né dati per scontati. Ogni relazione autentica si fonda su rispetto, ascolto e verità.

La vita: è il dono più grande. Non ne siamo padroni, né della nostra né di quella altrui. Per questo la fede cristiana ci insegna a rispettare ogni vita, anche fragile, anche dolente, anche alla soglia della morte. Perché ogni vita è sacra, ed è a Dio che ne rendiamo conto.

Un invito alla lucidità spirituale

«Il padrone lodò quell’amministratore disonesto, perché aveva agito con scaltrezza». È una frase che lascia perplessi, ma che dice qualcosa di profondo. Gesù constata che i figli di questo mondo sanno muoversi con intelligenza per i propri interessi, mentre i figli della luce spesso vivono con superficialità o inerzia. Il punto non è copiare l’astuzia dell’amministratore, ma imparare la sua prontezza di giudizio.

Gesù ci invita a essere realisti e lucidi: se vogliamo seguirlo, non possiamo illuderci o rimandare. Ogni scelta va misurata, ogni discepolato va preso sul serio. È come costruire una torre o affrontare una battaglia, come ci ha detto qualche domenica fa (Lc 14,28-32): serve consapevolezza, calcolo, fedeltà. Il Vangelo non è per sognatori ingenui, ma per uomini e donne capaci di scegliere sul serio.

Non potete servire Dio e la ricchezza

Il finale è netto: «Nessun servitore può servire due padroni… Non potete servire Dio e la ricchezza». Non si tratta solo di una questione economica, ma di una questione di cuore. A chi apparteniamo davvero? Cosa guida le nostre scelte? Chi decidiamo di servire con la nostra vita?

Gesù non chiede di rinunciare a tutto, ma di mettere lui al primo posto. La ricchezza può essere utile, ma non può essere padrona. Le cose possono servire, ma non devono sedurre. Perché chi serve Dio non è schiavo di nulla, ma sa usare tutto con libertà, sapendo che la vera ricchezza è un’altra: “Fatevi degli amici con la ricchezza disonesta… perché vi accolgano nelle dimore eterne”.

Il Vangelo oggi ci scuote: ci chiede di essere amministratori fedeli e lungimiranti, non calcolatori freddi, ma credenti responsabili, che sanno che ogni dono va restituito, e che solo ciò che è donato davvero, rimane per sempre.

Oggi a pianoro nuovo al termine della messa delle 11
Benedizione degli studenti, insegnanti e degli zainetti in vista dell’inizio dell’anno scolastico

(Tutte le foto e video dell’ottavario visibili a questo link)
Al via l’Ottavario dedicato a Maria.

Oggi sabato 6 settembre dalle ore 10 alle ore 13 sono arrivati al Santuario i CICLISTI DEL CIRCUITO – SANTUARI EMILIA ROMAGNA.

Alle ore 10 hanno visitato il Museo dei Botroidi di Tazzola con il curatore Lamberto Monti ed alle 11,30 seconda visita guidata del Santuario, con il Rettore don Giulio Gallerani e successivamente benedizione dei ciclisti.

Poi tutti a pranzo con le prime formiche… nella gramigna!

Alle ore 20 ritrovo al Bivio Val Piola, FIACCOLATA verso il Santuario e all’arrivo “POLENTATA”.
E’ la serata tradizionale dei FALÒ NELLE TRE VALLI.

Domani domenica 7 settembre alle ore 16 Santo Rosario e alle ore 16,30 Messa con Battesimo, presieduta da don Giulio Gallerani, Rettore del Santuario… e a seguire CRESCENTINE.

Poi festa per tutta la settimana prossima.

 

SANTUARIO DELLA MADONNA DEL MONTE DELLE FORMICHE.

Al via la solenne processione da Valpiola al Santuario, illuminata dai flambeaux e dai falò nelle tre vallli

INIZIA L’OTTAVARIO DELLA MADONNA DEL MONTE   DELLE FORMICHE 
Prima messa dell’Ottavario al Santuario della Madonna del Monte delle Formiche.
Poi pranzo conviviale.

MESSA AL MONTE DELLE FORMICHE
Oggi si celebra la fine dell’Ottavario in onore della Beata Vergine del Monte delle Formiche, alla presenza del Vicario Generale della Diocesi di Bologna.
“L’Eucarestia è fonte e culmine della nostra vita – ha detto don Giulio all’inizio della Santa Messa – oggi vogliamo ricordare la nostra mamma Maria, ed anche la Festa dell’Esaltazione della Santa Croce ed anche il compleanno del nostro amato papa Leone XIV”.
Monsignor Giovanni Silvagni, prima dell’inizio della Santa Messa, ha controllato i lavori eseguiti sulla facciata del Santuario, esprimendo la piena soddisfazione per l’ottimo lavoro eseguito.

SERMONE NEL BOSCO PER LA MADONNA DEL MONTE DELLE FORMICHE

“Ogni Santuario ci aiuta a guardare in alto, secondo la prospettiva di Dio – ha detto monsignor Silvagni durante il sermone nel bosco – Maria ci aiuta a vedere il mondo con gli occhi di Dio.

E noi, che siamo cristiani, dobbiamo rassegnarci ad essere delle persone ‘strane’. Noi non siamo gente normale, perché siamo stati toccati da un fatto straordinario. Celebriamo infatti oggi l’Esaltazione della Santa Croce. Abbiamo dei valori che oggi il mondo non comprende, ossia ricordare che Cristo ha sofferto per noi, per la nostra salvezza.

È un dono ed un mistero che noi dobbiamo adorare, vicino a Maria Addolorata presso la croce, accompagnandolo fino alla morte.

‘Stava presso la croce di suo Figlio’, diventando Madre di tutta l’umanità. E noi troviamo in Lei la dolcezza, il calore, l’amore, la fedeltà della nostra Mamma”.


ALLA PARROCCHIA DI S. BARTOLOMEO DI MUSIANO (PIANORO) - BENEDETTA LA TARGA DI RINGRAZIAMENTO.

GRAZIE DA MUSIANO
Inaugurata oggi a Musiano di Pianoro la targa per ringraziare i donatori che hanno contribuito al restauro dell'antica abbazia sorta sui terreni di Matilde di Canossa, sulla via verso Roma.
Il 981 è l’anno del primo documento che ci parla di questo monastero di Musiano, mentre il 1307 è l’anno della perdita di autonomia dell’abbazia con l’unione a Santo Stefano di Bologna.
Il toponimo Musiano è di origine romana e fa riferimento ad un “fundus Musilianus” che si estendeva in questa zona.
All’inizio la chiesa fu dedicata ai santi Bartolomeo apostolo e Savino Martire anche se poi nel tempo rimase Bartolomeo, uno dei dodici apostoli, indicato nella bibbia con il nome di Natanaele, che proveniva dalla città di Cana in Galilea.
Infatti all’interno della chiesa esiste l’anfora usata da Gesù nelle Nozze di Cana, portata all’abbazia di Musiano da alcuni crociati di ritorno dalla Terra Santa.

Qui sotto alcuni filmati dei momento salienti.

Nell'intervento di Maurizio Marchesini, presidente della Marchesini Group, fondata dal padre Massimo nel 1974, che assieme alla moglie Marinella hanno avuto un ruolo fondamentale nella realizzazione del restauro, sottolineato il ruolo dell'Abbazia di San Bartolomeo non solo per la comunità di Musiano di Pianoro.

Don Daniele Busca inizia la benedizione con il ricordo di don Orfeo Facchini, protagonista dell'iniziativa che ha reso possibile la ristrutturazione dell'Abbazia di San Bartolomeo di Pianoro.
Nelle sue parole la storia del prezioso restauro
e di chi lo ha reso possibile

L'incontro si conclude con gli auguri ad Ernesto Gamberini, fondatore della MG2 di Pianoro, che ha collaborato al restauro.
La tradizionale barzelletta targata don Daniele invita tutti alla serata della "Sagra dei Santi" che si svolge nella parrocchia di S. Maria Assunta di Pianoro


Spetta a Marinella Marchesini scoprire la targa e leggerne il contenuto
che ricorda i momenti della ristrutturazione
e di coloro che hanno partecipato alla realizzazione dell'opera
e che in molti sono presenti alla benedizione officiata da don Daniele.

Immagine del complesso di San Bartolomro prima di essere distrutta nel bombardamento nell'ultimo conflitto mondiale.