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(Articolo di DI LUCA TENTORI)

Un convegno per raccontare l’importanza di una firma: si è tenuto martedì scorso, sul tema «8xmille Bene comune.

Per migliaia di gesti di amore e di speranza» nella Sala conferenze «Marco Biagi» dell’Ordine dei commercialisti e degli esperti contabili di Bologna.
Il convegno è stato proposto dal Servizio diocesano per la Promozione al Sostegno Economico alla Chiesa Cattolica «Sovvenire» in collaborazione con Ordine e Fondazione dei dottori
 commercialisti e degli esperti contabili di Bologna, Acli Bologna e Istituto diocesano per il Sostentamento del clero. L’arcivescovo Matteo Zuppi, in un’intervista a margine del convegno ha ribadito l’importanza della firma per l’8xmille alla Chiesa Cattolica: «C’è molto bisogno – ha spiegato -.

Nonostante si possa pensare che la Chiesa abbia già tanto, fa anche fronte a tante necessità.
Con questa scelta moltiplichiamo il bene, perché permette di trovare delle risposte immediate a tanti bisogni e a tante sofferenze.

Per questo è una firma che aiuta a far arrivare il bene nel mondo».
«La Chiesa è presente nelle regioni di maggiore sofferenza in Italia e all’estero – ha detto ancora il cardinale – e la firma per l’8xmille è un modo di far arrivare un aiuto proprio in questi territori più fragili».
Anche Pierpaolo Donati, membro della Pontificia Accademia delle Scienze sociali e docente di Sociologia all’Alma Mater ha insistito sul valore aggiunto dell’8xmille: «La sussidiarietà non è dare un sussidio, ma creare le condizioni affinché la Chiesa, la prima delle istituzioni della società civile,
 possa fare quello che deve, ossia adempiere pienamente alla propria missione».

Don Claudio Francesconi, Economo della Cei, ha evidenziato il rapporto tra l’8xmille e la speranza: «Le comunità cristiane che vivono nel tessuto del nostro Paese continuano ad essere sostenute nella speranza e concretamente in progetti che danno corpo e vita alla testimonianza cristiana.
La scelta della firma per l’8xmille è un modo per creare dei ponti di solidarietà e di condivisione con il territorio e la società civile, nell’ottica della
costruzione del bene comune».

L’evento è stato moderato da Giacomo Varone, responsabile del Servizio diocesano per la Promozione del sostegno economico alla Chiesa cattolica, che ha spiegato la situazione attuale e le prospettive future.

«Siamo qui – ha detto – per ricordare il valore e l’importanza di questa firma che si può tradurre, e si traduce di fatto, in gesti di gratuità per i più fragili e i più deboli, all’interno della comunità ecclesiale, ma anche a favore della società civile.

Promuoviamo la firma per l’8xmille perché, pur nella consapevolezza che la percentuale delle firme è in calo, si vuole riaffermare il valore di questa scelta come bene comune, come qualcosa che arriva a beneficio della società, anche in una fase di supplenza rispetto a ciò che lo Stato, a volte, non riesce a fare».

«Un bene comune – ha concluso che va ricordato e promosso, soprattutto in questo periodo. Vogliamo ricordare quanto valore e ricchezza la Chiesa produce all’interno della società degli uomini, anche soltanto col semplice gesto di una firma a favore dell’8xmille».

Zuppi: «Con questa scelta permettiamo di trovare risposte immediate a tanti bisogni e sofferenze»

Sabato 31 maggio, con partenza alle 9 da piazza Santo Stefano, si svolgerà la 6ª edizione della Run for Mary, camminata ludico-motoria aperta a tutti. La camminata si snoderà per 5 km lungo le vie del centro di Bologna e terminerà nel cortile dell’Arcivescovado, con un rinfresco- brunch e un piccolo omaggio per i partecipanti.

«La motivazione originale della Run è volgere lo sguardo a Maria, ovvero condurre il mondo sportivo ad un incontro nuovo, tra fede e sport, che sorprenda e rassicuri i cuori – dice Simona Salvatore, responsabile organizzativa -.

Diamo testimonianza che la fede riguarda ogni aspetto della vita, compreso lo sport.
Ogni anno è un evento speciale.
C’è tanta frenesia alla partenza, si respira proprio il desiderio di camminare e di arrivare per primi a quell’incontro con la Madonna di San Luca, tanto cara a noi Bolognesi.

La camminata unisce tante persone di ogni età e anche tanti bambini.
L’atmosfera familiare rende l’arrivo nel cortile dell’Arcivescovado un momento di grande convivialità e di ristoro».

La Run for Mary nasce dal desiderio dell’Arcivescovo di coinvolgere il mondo sportivo e la cittadinanza durante la settimana in cui la Madonna di San Luca scende in città. Il titolo della corsa è un omaggio alla Madonna di San Luca e il sottotitolo di quest’anno, «La speranza corre» è un richiamo al Giubileo della Speranza in corso.

La manifestazione si inserisce nel calendario degli eventi giubilari e gode anche del patrocinio del Bologna FC 1909: è prevista una sorpresa per celebrare il 100° anniversario del primo scudetto, vinto nel 1925, ossia una bellissima maglietta verde, simbolo della prima vittoria del Bologna sul Genova, che verrà donata ai primi mille iscritti. «Partecipare alla Run for Mary è soprattutto sapere di essere attesi in Cattedrale dagli occhi dolci di Maria, Nostra Madre – conclude Salvatore -.

E un altro aspetto molto importante che la caratterizza è il progetto gemello di P’Arte la Run che si prefigge il restauro delle icone religiose della tradizione popolare della città.

Molti raccontano di quanto sia rassicurante camminare sotto ai portici bolognesi, accompagnati dalle immagini che raffigurano la Madonna, che, tra un portone ed una finestrella, dona il suo sguardo benevolo a tutti indistintamente.

E lungo il percorso, la Run for Mary conduce proprio alla scoperta di queste icone».

La quota di iscrizione è di 5 Euro con omaggio della maglietta. Per informazioni, sito sport.chiesadibologna.it (G.P.)

Con partenza alle 9 da piazza Santo Stefano, si svolgerà la 6ª edizione della camminata ludicomotoria di 5 km aperta a tutti

«P’Arte la Run» è un progetto che si propone di recuperare immagini votive care ai Bolognesi, che necessitino di un intervento di restauro perché notevolmente danneggiate e degradate.

«Il recupero di queste piccole opere non si ferma al mero restauro dell’immagine – racconta Andrea Babbi, dell’associazione Via Mater Dei – ma intende promuoverne il valore religioso, culturale e turistico, coinvolgendo tutta la comunità».


Dopo il restauro degli affreschi di via Petroni (2019), della Crocifissione in piazza Aldrovandi (2021), dell’icona in via Piella (2023), della Madonna della Verecondia in via Santo Stefano (2024), quest’anno il progetto è più articolato e riguarda tre Madonne con Bambino, dislocate a pochi metri l’una dall’altra, in via de’ Chiari, piccola strada che congiunge via Castiglione con via Cartoleria.

Come per le opere precedenti, il restauro è stato affidato allo studio Sos.Art di Carlotta Scardovi. «L’intervento conservativo ha consentito di fermare i gravi fenomeni di degrado presenti sulle immagini votive affrescate – spiega Scardovi -, come ad esempio la decoesione della pellicola pittorica e depositi superficiali e protettivi alterati e completamente anneriti nel tempo: con il consolidamento, la pulitura della superficie ed un rispettoso, accurato e puntuale intervento di ritocco pittorico, siamo stati in grado di restituire alle opere una corretta leggibilità e a garantirne la loro conservazione nel tempo».

Una delle Madonne è posizionata nel muro dell’Aula absidale di Santa Lucia, e per questo anche l’Università di Bologna ha voluto partecipare al progetto.
«La vicenda degli isolati, dei quali si recupera ora la tradizione sacra e popolare, è davvero suggestiva – dice Giovanni Molari, Rettore Alma Mater Studiorum Università di Bologna -.

L’apparenza odierna è di un quartiere universitario, ma, fino a pochi secoli fa, via de’ Chiari era un canale a cielo aperto, dove esisteva una chiesa all’angolo con via Monticelli, e le sedi attuali di due Dipartimenti universitari erano abitate da religiosi.

La dimensione sacra prevaleva, costellando di immagini devozionali i passaggi lungo i quali si muovevano i Bolognesi. Recuperarne la memoria significa scoprire una stratificazione remota che oggi parla anzitutto attraverso il riuso dei manufatti».

«Il 3 giugno alle 11.30 inaugureremo questi tre restauri alla presenza del nostro arcivescovo Matteo Zuppi – spiega don Massimo Vacchetti, ideatore del progetto – e Maria ritornerà a splendere anche in questa strada».

«La Vergine Maria si trova a tutti i crocevia per indicarci la strada: così dice Hans Urs von Balthasar, nel suo libro sul Rosario – racconta Gioia Lanzi del Centri studi per la Cultura Popolare – e proprio il Rosario in molti casi si recitava insieme davanti alle piccole, e grandi, immagini sacre che costellano le vie di Bologna: uno spazio, che da privato si tramutava così non in pubblico, ma in comunitario.

Queste immagini accompagnano con la loro bellezza i nostri passi; indicano la benedizione sul posto della Madonna di San Luca durante i suoi viaggi, la presenza di una piccola chiesa ormai perduta, la devozione di una famiglia. Affondano nella storia e danno un volto più umano alla città, suggerendo che ogni meta dei nostri passi è santificata dall’essere sempre sotto gli occhi di Maria».

Per chi volesse sostenere il progetto con una donazione: Associazione Via Mater Dei, Iban IT92F050340243300000000260 3, causale «Restauro Madonne via de’ Chiari».

(Articolo di Gianluigi Pagani)

Le tre immagini mariane verranno inaugurate il 3 giugno alla presenza di Zuppi

CamminatCamminata odierna della Walking Valley lungo la Via Mater Dei, con Seba guida d’eccezione, e con brunch finale.

È stato percorso l’Anello Serra Ripoli, con la visita al Santuario della Madonna della Serra a San Benedetto Val di Sambro. La sua origine lo rende tra i più antichi luoghi di culto dell’Appennino bolognese.

La sua storia cominciò infatti attorno all’anno 1000, quando la Vergine apparve a due pastorelli chiedendo loro di erigere una chiesa sul luogo dell’evento miracoloso.

All’interno dell’edificio troviamo due icone di grande valore simbolico e storico: una statua in terracotta policroma della Madonna con Bambino del 1603 e una tela che riproduce la Madonna del Rosario, da molti considerata l’immagine originaria, la stessa portata in processione nel 1855 per contrastare la tragica epidemia di colera diffusa su tutto il territorio bolognese.

Da allora la devozione verso la Madre fu sempre maggiore e il Santuario divenne il luogo di riferimento per tutta la Valle del Setta. I Pellegrinaggi si moltiplicarono e ciò indusse i fedeli ad ampliare il tempio fino alla forma attuale.

All’interno, oltre a un buon numero di opere d’arte sacra e ad arredi di grande pregio, è presente un prezioso organo di fine ‘800 dei Maestri Orsi di Bologna inserito in una splendida cantoria in legno opera di artigiani locali.

La Facciata e il bel campanile, disegnato dalla mano dell’architetto Rivani, risalgono alla fine della Seconda guerra mondiale. Il Santuario festeggia ogni anno la Pentecoste nell’ultima domenica di agosto.

La ricorrente apparizione della Vergine Maria ai pastorelli della montagna è simbolo di come il divino trovi nella pulizia degli sguardi dei fanciulli un canale privilegiato, precluso a molti “intelligenti e sapienti”.

(Dall’inserto “Bologna Sette” dal quotidiano AVVENIRE)

Sabato 24 maggio alle 18 l’immagine della Madonna di San Luca sarà accolta a Porta Saragozza dall’arcivescovo Matteo Zuppi e dalla città e poi accompagnata processionalmente in Cattedrale, ove rimarrà fino a domenica 1° giugno.

All’arrivo in Cattedrale, intorno alle 19, la Messa solenne presieduta dal vicario generale monsignor Giovanni Silvagni.
Alle 21 la recita del Rosario e il canto delle Litanie lauretane, poi esposizione del Santissimo Sacramento, Adorazione e Benedizione eucaristica; presiederà il cardinale
 Zuppi. 

Domenica 25 alle 10.30 Messa episcopale presieduta da monsignor Lorenzo Ghizzoni, arcivescovo di Ravenna- Cervia.
Alle 14.45 Messa per i malati animata da: Ufficio diocesano Pastorale della Salute, Unitalsi e Centro volontari della sofferenza;
 presiede l’arcivescovo Matteo Zuppi.

Durante la settimana di permanenza della Madonna, la Cattedrale di San Pietro sarà aperta ogni giorno dalle 6.30 alle 22.30 e le Messe verranno celebrate alle 7.30, 9, 10.30, 12, 16, 17.30 e 19.

Alle 15 il Rosario e ogni sera alle 21 Rosario, Litanie e Benedizione eucaristica. 

 

Chi desidera confessarsi troverà sacerdoti a disposizione in tutte le ore.
Durante tutto il periodo di permanenza della Madonna, negli orari di apertura della Cattedrale, sarà garantita

La diretta streaming sul sito www.chiesadibologna.it e sul canale YouTube di 12Porte.

Le Messe episcopali delle domeniche 25 maggio e 1 giugno saranno anche trasmesse in diretta televisiva da ÈTv (canale 10); in quei giorni non verrà quindi trasmessa l’abituale Messa delle 11 dal Santuario della Madonna di San Luca.

(Dall’inserto “Bologna Sette” del quotidiano AVVENIRE)

Conversione missionaria

Nei giorni scorsi lungo la «Via Mater Dei» ha camminato un insolito gruppo di pellegrini: alcuni detenuti del carcere della Dozza, accompagnati da qualche volontario e due preti, e guidati da giovani di Rastignano, in quattro giorni hanno raggiunto i santuari del Monte delle Formiche, di Madonna dei Boschi, di Madonna dei Fornelli, per arrivare alla Beata Vergine delle Grazie di Boccadirio.

Decisamente sono stati gli ospiti della Casa circondariale a dare l’impronta al pellegrinaggio, facendone rivivere tutte le dimensioni: il puntare ad una meta, la necessità di conoscere la strada, seguire la guida, assaporare la fatica e la soddisfazione, contemplare la bellezza che ci circonda, avere tempo per rimanere in silenzio e per confrontarsi, aspettarsi a vicenda, condividere il cibo e anche la stanza.

Insieme con loro abbiamo camminato e pregato, ci siamo riconosciuti tutti curiosi di sapere e desiderosi di essere ascoltati, con l’attenzione ad andare allo stesso passo.

Si è capito perché la Chiesa antica faceva del pellegrinaggio un’opera penitenziale per ottenere il perdono dei peccati: è un vero cammino spirituale che libera dentro.

 

Un nutrito gruppo di 'diversamente giovani' di Pianoro ha partecipato al Giubileo degli Anziani,  nella giornata di martedì 20 Maggio 2025 visitando diversi santuari dell'Appennino bolognese da San Luca fino alla Madonna del Monte delle Formiche, Madonna dei Boschi, con pranzo nella sala d'accoglienza del Monte delle Formiche,  e Santa Messa con Don Daniele Busca.

 

Un grazie ai Volontari della Protezione civile di Pianoro - Pubblica Assistenza , che hanno contribuito al trasporto con la loro consolidata esperienza e professionalità.
 

LINK all'album on line delle foto dell'evento

(Dall’inserto di AVVENIRE  – Bologna Sette di domenica 18 Maggio 2025 – Articolo di Gigi Pagani)

Sabato 31 maggio, nell’ambito della permanenza in città della Madonna di San Luca si terrà l’ormai tradizionale camminata ludico motoria «Run for Mary ».

Alle 9, da Piazza Santo Stefano prenderà il via questa sesta edizione, snodandosi per 5 km lungo le vie meno frequentate del centro di Bologna.

«La Run for Mary non è competitiva – racconta don Massimo Vacchetti, direttore Ufficio diocesano Sport, Turismo e Tempo libero – e ha alcune caratteristiche che la rendono veramente bella-

Anzitutto, accessibile a tutti essendo di soli 5 chilometri, e serve per conoscere ed ammirare la città, in particolare i luoghi dove sono state restaurate le Madonne negli ultimi anni con il progetto “P’Arte la Run”.

La seconda caratteristica è che viene donata a tutti i partecipanti una maglia verde della Macron, come omaggio al Bologna che nel 1925 ha vinto il suo primo scudetto, noto come “lo scudetto della maglia verde”.

Cento anni fa a Milano il Bologna batté il Genova per 2-0 ed avendo le due squadre maglie simili, i giocatori del Bologna hanno indossato una maglia verde.

Un omaggio, anche, alla squadra che oggi ha conquistato la Coppa Italia.

Il Bologna Fc 1909 ci onora del suo patrocinio con il coinvolgimento anche di alcune rappresentanze giovanili». «Terza caratteristica – prosegue don Massimo – è il desiderio dell’Arcivescovo di coinvolgere il mondo sportivo durante la settimana in cui la Madonna di San Luca scende in città. Il sottotitolo di questa edizione è infatti in linea con il Giubileo: ‘La Speranza corre’”.

E come ogni anno, accanto al progetto sportivo prosegue anche “P’Arte la Run”, che si propone di restaurare e ridonare alla città le immagini votive presenti sotto i portici e sui palazzi.

Quest’anno il progetto è piuttosto ambizioso, perché verranno restaurate tre immagini, alcune delle quali molto deteriorate,

tutte site in Via de’ Chiari. Il restauro è promosso dall’associazione “Via Mater Dei” e vede quest’anno il coinvolgimento dell’Alma Mater». Per donazioni: Iban IT92F0503402433000000002603 causale «Restauro Madonne Via de’ Chiari».

«Vi aspettiamo nel cortile dell’Arcivescovado con il Cardinale quando, al termine della manifestazione, verrà allestito un brunch per tutti gli atleti, offerto da Felsinea Ristorazione e Segafredo – conclude don Massimo –.

Un momento di convivialità dietro l’abside della Cattedrale dove è collocata l’immagine della Madonna di San Luca. Tutti i partecipanti riceveranno anche un cero da accendere alla Mamma Celeste.

Per le iscrizioni, basta visitare il sito diocesano www.chiesadibologna. it, sezione Run For Mary e poi ritirare il kit di partecipazione, alla quota simbolica di 5 euro».


L’onda della notizia della prossima festa di Rastitown continua a dilagare.

Oggi un articolo sul quotidiano locale “Il Resto del Carlino.”

 

Conferenza stampa di Rastitown, la grande festa del paese di Rastignano che si svolgerà il 18 maggio.
PRESENTI il sindaco di Pianoro Luca Vecchiettini già pronto per la grande sfida calcistica di questa sera,
Silvia Ferraro de Le Botteghe di Rastignano Ascom,
don Giulio Gallerani parroco di Rastignano e moderatore Zona Pastorale 50,
e Federica Maranesi presidente dell'associazione Amici di Tamara e Davide,
e con Giancarlo Tonelli Ascom Bologna
.

Le foto scattate, dell’importante evento,  potrete  visionarle al presente LINK

Dichiarazione di Silvia Ferraro,

responsabile Ascom di Rastignano

Una festa di comunità, per la comunità.
All’insegna dello shopping, del buon cibo e del divertimento, per grandi e piccini.
È questa la ricetta di “Rastitown in festa”, che ritorna con la settima edizione venerdì 16, sabato 17 e domenica 18 maggio prossimi.
Patrocinata tra gli altri dal Comune di Pianoro, da Confcommercio Ascom Bologna e da BCC Felsinea, la festa è da sempre il frutto del Iavoro di squadra delle realtà economiche, sociale e culturali di Rastignano.
A partire dal Comitato “Le Botteghe di Rastignano”, che riunisce le attività imprenditoriali locali: commercio, ristorazione e servizi, tutti uniti per valorizzare l’economia locale, promuovere il territorio e trasformare la frazione in comunità.

Ma l’evento, come già detto, si avvale del contributo decisivo di una pluralità di soggetti: dalla parrocchia SS. Pietro e Girolamo di Rastignano all’associazione “Amici di Tamara e Davide”, dalla Pro Loco di Pianoro al Comitato dei genitori “Yes We School”, soltanto per citarne alcuni.
La festa, che prenderà il via con due iniziative singole il venerdì (l’appuntamento è per le ore 17 con Bimbimbici)
e il sabato (con la Festa del baratto, dalle ore 15 in parrocchia)
entrerà nel vivo domenica 18 maggio, come da tradizione oramai consolidata, con una giornata tra i gazebo dei commercianti e delle associazioni (e tanta musica) nel Parco di Villa Pini.
Si parte alle 12,30 col pranzo al parco, a cura delle botteghe alimentari del territorio, della Pro Loco di Pianoro e di “Yes We School”;

Si prosegue con una bella iniezione di ottima musica by “The Ismé Ensamble”, Dj Ghini e, dalle 20,30, “Ze Tafans”; ma ci sarà spazio anche per premiare i “Rastignanesi dell’anno”, godersi tante risate col cabaret del “Duo Torri” e farsi sorprendere dai premi offerti dai commercianti.

Per l’intera giornata, inoltre, sarà dato ampio spazio al divertimento dei più piccoli tra gonfiabili, maxi bolle di sapone, truccabimbi, i pony del Ranch El Paso, crescentine e crepes per tutti.
Insomma, una tre giorni che si conferma densa di appuntamenti adatti a ogni età e che, come ogni anno, punta a rendere ancora più vivace, attrattiva, coesa e inclusiva la comunità di Rastignano.

Comunicato stampa:

Sono anni che organizziamo questo Evento tutti insieme, oggi siamo alla settima edizione perchè abbiamo la consapevolezza di vivere questo luogo Pianoro, di cui Rastignano è la sua propensione  anzi l’aggancio verso la città,  sospeso fra Bologna ed i monti, fra leggende e storia, anche se purtroppo della storia di questo meraviglioso luogo poco ci è rimasto, e questa consapevolezza ci porta a difendere con le unghie e con i denti ogni angolo del suo territorio.

Siamo noi cittadini, che amiamo questo luogo, e che siamo consapevoli di vivere una comunità coesa fatta di residenti, commercianti, parrocchia, associazioni di volontariato, che presidiamo il territorio, che è il nostro bene comune, con i suoi percorsi, le sue prime colline, il suo fiume e il suo verde che ci affascina.

Siamo noi, tutti insieme, la forza di questa frazione, e questa forza determina una sana vita del luogo.

Siamo noi che ci premuriamo di renderlo vivibile con le feste e gli eventi, per noi e per il futuro dei nostri figli, perché amiamo  Rastignano dove  ci viviamo e ci lavoriamo.

Amare il proprio luogo e tutelarlo vuol dire essere cittadini attivi; vuol dire mettere a disposizione i propri saperi, la propria specificità.

E partendo  dal luogo parliamo dell’argomento che ci sta a cuore, il commercio, perché vorremmo ricordare a noi tutti che le città e paesi sono nati dal commercio, nel corso della storia le genti hanno dato l’avvio ai mercati semplicemente agli incroci delle strade e in generale lungo i fiumi.

Sono stati i commercianti e gli artigiani a costruire i paesi e le città, e questi non sono altro che luoghi di nascita degli scambi delle culture e delle merci.

Da sempre sosteniamo che le botteghe sono parte integrante del tessuto urbano, un collante per la comunità e quindi un insostituibile presidio del territorio, che svolge una funzione sociale utile ed anzi determinante per una sana vita dei luoghi in cui opera e che va aiutato a svolgere questa funzione.

Purtroppo la situazione che si è venuta a creare dal marzo 2020 con la totale chiusura delle attività di vicinato e successivamente  con le notevoli restrizioni che hanno portato ad un apri/chiudi continuo, se da un lato hanno frenato seppure parzialmente il proliferare del virus, dall’altro hanno messo letteralmente in ginocchio la piccola impresa commerciale del territorio che da sola e con scarsi sostegni ha dovuto fronteggiare la crisi più devastante del dopoguerra.

E ora con i venti di guerra,  l’e.commerce che si espande a vista d’occhio la crisi sta mordendo ancora di più.

Da questa consapevolezza è scaturita la necessità di essere operativi, di cercare momenti di aggregazione possibile non solo tra di noi, botteghe di vicinato, ma di rafforzare ancora di più il dialogo con le varie Associazioni di Volontariato presenti sul territorio e con l’Amministrazione Comunale di questo paese, che può e deve intervenire a favore del nostro settore, aiutando, pubblicizzando e sostenendo assieme a noi tutte le iniziative possibili per incrementare la disponibilità dei cittadini del territorio a spendere nelle botteghe sotto casa.

 Ne va non solo della nostra sopravvivenza ma anche di quella del paese che senza di noi sarebbe un luogo spento, insicuro senz’anima né storia.

E chi ci amministra credo abbia la consapevolezza che senza l’ascolto di noi cittadini il paese può subire un danno che riguarda l’intero contesto urbano.

Perché, come ho detto prima,  un luogo bello, fruibile e accogliente favorisce l’aggregazione, la solidarietà e lo scambio delle merci, delle idee e delle emozioni.

La forza del Commercio di vicinato è questa, che non trova paragoni né sostituti in nessun e.commerce, perché la sicurezza, la socialità  e la tutela dei luoghi del vivere  non si acquistano sul Web , né si moltiplicano con i like.

E che soprattutto noi sappiamo che da soli non si va da nessuna parte, che occorre fare rete in tutti i sensi, con le Associazioni di Volontariato, La Parrocchia, la Scuola, perché  solo presidiando e tutelando  il territorio,   solo facendo condivisione e comunità  potremmo permettere a questo luogo di  continuare a vivere inventandosi il futuro, dove ciascuno abbia la possibilità di  vivere la sua favola personale.